“Scoprire e valorizzare gente che ha investito la propria intera esistenza per un formaggio unico, un allevamento o un frutto rinomato della nostra terra”: se di segreto si può parlare, ecco l’anima di FUD – Bottega Sicula, un’eccellenza originalissima di Catania ormai nota anche a Palermo, Milano e, tra pochi mesi, notizia nella notizia, nel mondo. Sognata, progettata e perfezionata attraverso questa e molte altre espressioni, tra gusto fine e professionalità esemplare, da Andrea Graziano, imprenditore catanese che neanche il Covid19 è riuscito a fermare nella sua proverbiale determinazione, nonostante lockdown, restrizioni, norme di sicurezza e inevitabili cali di affluenza nei suoi locali.
A stupire, addentrandoci alla scoperta di quella che non possiamo annoverare tra le più preziose #PerleDelloJonio, non è solo la ricercatezza di ogni minimo ingrediente nelle sue caratteristiche “hamburgerie siciliane”, ormai un marchio doc; non lo è tanto neanche la sua costante iper-attività di metodi e pensieri. Ma è, soprattutto, la stessa testimonianza di un uomo responsabile della gestione di molti lavoratori che, in attesa di tempi migliori, merita di restare nella memoria dei mesi più difficili legati alla pandemia da coronavirus, soprattutto per l’impostazione dei rapporti umani con suoi i dipendenti.
“Del lockdown voglio ricordare subito soprattutto quello che per me era e resta l’aspetto più importante dell’attività: la formazione. Durante la quarantena – racconta – abbiamo tenuto ben 60 corsi, con tutti i lavoratori collegati da Catania, Milano e Palermo. Anche un centinaio di collegati per seguire corsi finalizzati non solo ad accrescere la nostra professionalità, ma a darci forza reciprocamente, dalle 16 alle 18, anche ogni giorno, per imparare cose nuove e non abbatterci. E così, corsi di Personal branding, digital marketing, inglese, ma anche momenti di canto collettivo volti a stemperare la tensione ed accrescere la complicità, hanno costituito un memorabile modello di resilienza: “a dire il vero abbiamo di fatto lavorato come non mai, in particolare sul marketing”.
Non c’è da stupirsi, vista la tempra di un imprenditore che non dedica al lamento o alla critica neanche un momento, preferendo invece cimentarsi in lavoro e innovazione, inventandosi e reinventandosi: basti pensare che già ai primi di luglio, durante i faticosi tentativi sparsi di riapertura al turismo sull’isola, lo stesso Graziano ha diffuso un bellissimo video di promozione della Sicilia poi imitato da altri sull’isola, compresa la Regione stessa, per riportare afflusso di visitatori. “Lo Stato ha fatto tantissimo secondo me – afferma in proposito: – se sei un imprenditore non ti fermi a piangerti addosso o a cercare colpe: cerchi di cogliere bisogni e opportunità”.
Niente di strano, nulla da dimostrare, come può testimoniare chi ha assaggiato i suoi sfiziosi e originalissimi hamburger rigorosamente “meid in Sisily”, per dirla proprio in “fuddese”, la lingua adottata nelle hamburgerie di FUD, scimmiottando la pronuncia inglese, per aprirsi al mondo forti di un’identità intramontabile, proprio come nella “miscion”, direbbe Graziano, di FUD. E come dimostrano, soprattutto, i molteplici premi inanellati negli ultimi anni: dal Gambero Rosso nel 2014 al “SemioFood” per la comunicazione di brand, passando per il Premio Agorà 2019, tra gli altri. Perché nulla, ma proprio nulla, è lasciato al caso: “assaggio sempre tutto: arrivano campionature di tutti i tipi ma sulla qualità e l’unicità di ogni prodotto non posso transigere mai – confida – anche perché lo devo a chi dedica la propria vita alla qualità di un prodotto ed ora magari ha triplicato il fatturato meritatamente grazie al rapporto di lavoro che abbiamo creato negli anni con FUD”.
Un nome, un marchio che dunque si lega alla storia culinaria dell’isola, tra tradizione e innovazione, seguendo lo streetfood come tendenza ma con connotazioni precise: “ho iniziato con produttori che conoscevo e che, nonostante premi per la qualità, non riuscivano a vendere in Sicilia: oggi ci serviamo da circa 60 produttori siciliani”. Un diploma in ragioneria, esperienze molteplici tra sale e cucine in Inghilterra e Scozia, passando anche per le vendite di prodotti porta a porta per farsi le ossa da ragazzo, ed oggi vero e proprio cultore della materia con lezioni all’Università di Catania, Andrea Graziano ha messo in FUD tutta l’esperienza di 20 anni di ristorazione e l’energia di un 44enne che non si sente mai arrivato. Ne è passato di tempo dalla prima apertura di quel “Sale art cafè” in via Santa Filomena, seguito nel 2012 dall’idea di “creare un posto di attesa dove le persone potessero aspettare…”, passato poi alla storia per la capacità una scelta di sicilianissimi prodotti DOP e design da premio internazionali, cui avrebbero fatto seguito un secondo locale a Catania e altri due a Palermo, prima del salto-boom nel 2018 a Milano, smentendo lo scetticismo di tanti.
“Come Sicilia non abbiamo vinto e non vinceremo le nostre scommesse con concetti regalati come bio o grani antichi, ma per la forza del contatto diretto coi migliori produttori e i loro preziosi prodotti. Vinciamo e vinceremo con l’umanità di chi coopera senza arrendersi, con tanta voglia di fare… non reiterando gli stereotipi di coppola e marranzano. A Milano ad ogni porta c’è una hamburgeria, ma noi siamo sempre in crescita, perché le cose buone vincono sempre…” rivela Graziano a #LaVoceDelloChef, ricordando la sua immutata particolarissima attenzione nei confronti dei collaboratori.
“Scelgo quelli ‘disequilibrati’, anche senza esperienza, che danno forza e sensibilità e che sanno individuare le esigenze del cliente. Non mi interessa chi porta 18 piatti ma chi ha la sensibilità per capire il cliente che si trova davanti… Esperienza non vuol dire per forza avere questa versatilità necessaria per me. Figure professionali selezionate tra sedici etnie diverse, alcune delle quali arrivate come rifugiati tramite associazioni, alcune delle quali richiedono più tempo per essere formate ma che ripagano con lealtà e rispetto del lavoro, soprattutto quando vengono da situazioni complicate”.
Competenze e umanità, con una convinzione di prospettiva che chiude anche il nostro incontro, simbolo di una #MemoriaCovid che genera fiducia: “fare memoria dei disagi da Covid19 non vuole dire dare false speranze, ma cogliere una prospettiva che mi vede fondatamente fiducioso perché ogni momento offre tante nuove opportunità da sfruttare. Chi era bravo prima sarà bravo anche dopo nel cogliere importanti progetti di business, perché per la mia esperienza posso affermare che il miglior imprenditore lavora sull’incertezza e non sulla certezza, sulla gestione dell’imprevisto più che sulla routine comoda. In questo, Covid o non Covid, giocheremo la nostra sfida di Sicilia in Italia e nel mondo”. Parola di Andrea Graziano in tempo di Covid: parola di una Sicilia da gustare, che ha tanto da dire e da dare nel settore del food… pardon, del FUD.
Mario Agostino – #LaVoceDelloChef