E’ ancora vivo il ricordo di Stefania Elena Carnemolla, giornalista preparatissima, intelligente e colta, deceduta misteriosamente lo scorso maggio. Capace di investigare con tenacia sui morti della guerra mondiale in Bielorussia, come di scrivere un articolo sulle terme o il campeggio, Stefania era un mondo di bellezza, di sensibilità estrema e di amore per il giornalismo e la cultura, nel suo senso più ampio.
Chi era la giornalista Stefania Elena Carnemolla
Cresciuta a Marina di Ragusa, la giornalista aveva fatto le valige circa 20 anni fa e aveva lasciato per sempre la nostra terra. La voglia di scoprire, imparare, incontrare persone e culture diverse l’aveva spinta a viaggiare, sempre con curiosità. Inizialmente era partita senza una meta, quindi aveva cominciato a vagare in cerca della sua strada. Infine il suo trasferimento in Montenegro. Il suo sogno era quello di scrivere e lo ha fatto realizzando reportage, articoli e libri.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere con una tesi sul primo viaggio di Vasco da Gama in India. Borsista della Fundação Calouste Gulbenkian, della Biblioteca Nacional de Portugal, della Comissão Nacional para as Comemorações dos Descobrimentos Portugueses e dell’Instituto Camões. E’ stata autrice di articoli e saggi accademici in italiano, inglese e portoghese, nonché di due opere in volume Ibn Hamdis, Il Canzoniere, poeta arabo di cui ha curato per Sellerio l’edizione del Diwan in italiano. Porta la sua firma il libro Fonti italiane dei secoli XV-XVII sull’espansione portoghese. Nel 2000, riceve dall’Ambasciata di Portogallo di Roma e dallo Instituto Camões un premio per la Cultura Portoghese.
Giornalista pubblicista, ha pubblicato su diverse testate e vinto nel 2010 il premio giornalistico Raccontare la Biodiversità. Nel 2014 con la ONT, canale televisivo bielorusso, ha realizzato un film-documentario ed è stata autrice del libro Ai tempi del virus. Cento firme tra sentimenti e realtà (Edizioni All Around) ideato e pubblicato nella primavera del 2020 per raccontare l’esperienza della quarantena dovuta all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Com’è morta la giornalista Stefania Elena Carnemolla
Giornalista e scrittrice, a 53 è stata trovata morta nella sua casa di Podgorica, a Montenegro. Mentre pubblichiamo, gli inquirenti stanno ancora cercando prove per stabilire se la donna si sia uccisa o se qualcuno le abbia fatto del male. Sulle cause del decesso si sta ancora indagando: la donna è stata trovata riversa a terra nella sua abitazione di Montenegro, ma cosa sia veramente successo è ancora un giallo. Gli inquirenti che stanno lavorando sul caso non escludono nulla. Si è trattato di omicidio? O la giornalista ha deciso di non vivere più?
Sui social sono moltissimi i messaggi di cordoglio per la morte prematura della donna. Con la nostra Sicilia, Stefania Elena Carnemolla si era scontrata numerose volte. La 53enne aveva infatti lasciato l’isola dopo la morte della mamma Lina e la rottura dei rapporti con il resto dei parenti a causa della sua omosessualità. Nello specifico, era stata la pubblicazione di un libro sulla storia della sua famiglia, e in particolare sulla figura di sua nonna, a segnare la rottura definitiva con la sua terra natale.
Per capire la sua passione per la cultura e la ricerca giornalistica, basti ricordare un aneddoto. Nel 1993, quando era solo una studentessa di Linguistica e filologia all’Università di Pisa, la futura scrittrice si mise sulle tracce del manoscritto in italiano mai pubblicato del “Diwan” del poeta arabo Ibn Hamdis, nato a Siracusa nel 1056 e vissuto a Noto. Una raccolta di oltre 6 mila versi che stata tradotta dall’orientalista Celestino Schiaparelli all’inizio del ‘900. Stefania la rintracciò a Roma, abbandonata in un archivio dimenticato dell’Università La Sapienza di Roma. Ora non sarà più con noi, per lo meno non come prima. Ma il suo ricordo non passerà.
Clara Maria Privato