“La verità. Dedicatemi la verità.” Si conclude così l’invettiva di Paolo Borsellino contro la liturgia delle commemorazioni e la “grande menzogna”, il furto di verità che il paese ha subito sulla morte del giudice, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne.
Ieri pomeriggio – illustra una nota stampa – all’Accademia degli Zelanti e dei Dafniciè andata in scena la piece teatrale La Grande Menzogna. Il lavoro è scritto e diretto da Claudio Fava e prodotto da Nutrimenti Terrestri di Maurizio Puglisi. L’appuntamento fa parte del programma “Marzo Il Mese delle Cultura”.
David Coco è un gigante da palcoscenico. Il suo Borsellino ha inchiodato ed emozionato tutti i presenti nella storica biblioteca di Acireale, trasformatasi in un piccolo e suggestivo teatro.
“E’ un Borsellino che da morto racconta il furto della verità che c’è stato successivamente alla strage di via d’Amelio. Uno dei più clamorosi depistaggi della storia italiana,- ha dichiarato l’attore acese-. Io sono felicissimo di essere ad Acireale, che è la mia città, e di fare il monologo in una biblioteca prestigiosissima come la Zelantea, che mi vedeva studente del liceo classico Gulli e Pennisi qui accanto e spesso ero un suo avventore. Per me è un bel momento nostalgico!”
Sulla morte di Paolo Borsellino necessario risvegliare le coscieze
Lucido e pungente il testo di Claudio Fava, che ieri ha introdotto lo spettacolo:
“E’ un racconto necessario. Sulla morte di Borsellino e quello che è accaduto dopo sono state costruite troppe menzogne, un depistaggio durato 17 anni. Spesso abbiamo affrontato questo tema limitandoci alle liturgie, questa piece teatrale non ha nulla di liturgico è un’invettiva che lasciamo alle parole di Paolo Borsellino”.
E’ violento l’ appello lanciato dal palco alla società civile a svegliarsi, a conoscere la verità sul più grande depistaggio della storia della Repubblica Italiana. Mentre i pupi sulla scena cadono sotto i colpi dei fatti. “Certi inganni miserabili in questo Paese se li sono potuti premettere per questo motivo: perché noi alle cose non ci pensiamo più, domande non ne facciamo, abbiamo la testa afferrata da troppe camurrie. A noi ci basta piangere un morto una volta l’anno però quel giorno…pianti…fortuna che ci sono i fatti”.
Ad accogliere il numerosissimo pubblico il presidente dell’Accademia dei Dafnici e degli Zelanti Michelangelo Patanè, il sindaco Roberto Barbagallo, che ha espresso la volontà di replicare lo spettacolo per le scuole acesi, e il deputato regionale Nicola D’Agostino, componente della Commissione Antimafia dell’Ars presieduta da Claudio Fava che ha prodotto l’inchiesta sul depistaggio delle indagini su via D’Amelio.
Marzo il Mese della Culturaè un contenitore di eventi: letteratura, approfondimenti, attualità, arte, musica e danza. E’ organizzato dalla Città di Acireale, in sinergia con l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, la Diocesi, le associazioni e i club service cittadini e con il sostegno della Regione Siciliana. Il Mese della Cultura fa parte del programma annuale Acireale E2024.