Il cosiddetto metaverso non è solo la nuova frontiera della comunicazione online e virtuale come spesso siamo portati a credere. Si tratta invece di un concetto che esiste già da almeno trent’anni e il termine vuol dire “meta universo”, un universo che va oltre la nostra realtà fisica. Si tratta di una rete di mondi virtuali online, comunemente tridimensionali, più o meno verosimili, raggiungibile tramite un personal computer con accesso a Internet e che spesso richiede l’uso di visori per la realtà virtuale (visori VR). Al suo interno gli utenti vengono rimpiazzati da un avatar, cioè una rappresentazione grafica della persona che esiste solo all’interno del programma.
L’interazione tra avatar, quindi tra persone, avviene solitamente con le stesse modalità delle chat testuali e vocali. Oltre allo scambio di informazioni e pensieri è però possibile scambiare anche dei beni. Succede spesso infatti che alcuni utenti creino modelli tridimensionali di oggetti di vario tipo per il preciso scopo di venderli, scambiandoli per soldi reali o cripto valute. L’acquisto online è però un discorso più complesso, che è diventato più intricato nell’ultimo decennio.
Condivide molti aspetti tecnici con un genere specifico di videogioco, il MMO che sta per multigiocatore di Massa Online, dove i giocatori tramite il loro avatar interagiscono con un mondo simulato e persistente popolato da altri giocatori come loro. Le attività alle quali possono prendere parte sono tradizionalmente curate dagli sviluppatori. Un gioco di guerra conterrà eventi d’azione di gruppo cooperativi e competitivi. Uno dedicato al commercio avrà attività di compravendita, trasporto e logistica. Mentre un gioco d’esplorazione richiederà la collaborazione diretta dei giocatori per la navigazione dell’ambiente virtuale. Nei metaversi le attività non sono tradizionalmente create in questo modo, sono invece emergenti, dovrebbero quindi manifestarsi a causa della naturale interazione degli utenti tra loro.
Metaverso / Le origini del nome e le varianti di mondi virtuale online
La parola “metaverso”, e il concetto che sta alla sua base, è ultimamente tornata ad apparire nelle discussioni sui mezzi di comunicazione di massa a causa di una grossa campagna di marketing messa in moto dall’azienda Meta Platforms, conosciuta fino al 28 ottobre 2021 come Facebook. Un altro evento di particolare interesse è stato quello dell’acquisizione del 2017 da parte di Microsoft Corporation della piattaforma AltspaceVR.
Le origini del nome sono rintracciabili nella letteratura di fantascienza. Ma è anche una sorta di successore spirituale dell’espressione “cyber spazio”, estremamente comune nell’ultimo ventennio del XX secolo. Un metaverso può assumere diverse forme. Come quella di videogioco: Second Life è un famoso esempio di videogioco trainato dai contenuti creati e curati dagli utenti. Può esistere anche nella forma di realtà virtuale, i visori VR diventano però un prerogativa in questo caso. C’è anche il rischio che l’uso del termine non sia altro che un metodo fin troppo gettonato per descrivere dei prodotti e servizi della rete. Quest’ultime presentano caratteristiche simili, come la persistenza e l’interazione tra utenti.
Metaverso / In direzione di un futuro virtuale online?
Meta Platforms ha annunciato di voler concentrare le sue attività commerciali nello sviluppo di universi virtuali. Quindi l’opinione pubblica ha come avuto l’impressione che questo potesse rappresentare il futuro reale e indiscutibile del nostro sistema di interazione sociale. Forse però è ancora troppo presto per immaginare che le cose stiano andando nella direzione già supposta negli anni ’80. Quella realtà con visori VR e sensori in tutto il corpo che sostituiscono i nostri cinque sensi classici. La tecnologia alla base della realtà virtuale comincia a essere effettivamente utile e funzionale solo adesso. L’accesso a questo equipaggiamento specializzato è ancora ostacolato da prezzi di mercato proibitivi per la maggior parte della popolazione.
C’è da aggiungere che la comunità informatica globale non dispone di procedure e tecnologie standardizzate per la creazione di sistemi mastodontici come i metaversi. L’interesse collettivo nei confronti del termine e il concetto che rappresenta è forse il frutto di un eccessivo ottimismo causato dal repentino potenziamento dell’attrezzatura disponibile al pubblico. O, magari, è solo l’ennesimo tentativo di campagne di marketing create da poche, grosse aziende per polarizzare la nostra attenzione.
Simone Corsaro