Rosario Brischetto, specialista in medicina interna, cardiologia ed ematologia, è intervenuto durante il seminario Comunicare il metodo scientifico oggi, tenutosi ad Acireale lo scorso 11 novembre 2022. Con la sua prospettiva, ha tracciato un quadro preciso di come il metodo scientifico si applichi al contesto clinico e ne ha presentato i presupposti logici. E’ partito dalla cornice storica della progettazione delle metodologie di ricerca, il relatore cita il pensiero di Ippocrate (460 – 377 a.C.) e Sofocle (496 – 406 a.C.): La conoscenza della realtà, nel mondo medico, ha una storia molto lunga e risale a Ippocrate, il quale si trovò a operare in un contesto culturale spaventoso. […] Sofocle, suo contemporaneo, nell’Edipo re, interpretava la terribile peste di Tebe come dovuta all’ira degli dei.
Secondo Ippocrate, la peste di Tebe e le altre malattie richiedevano però un’analisi diversa da quella fornita dall’interpretazione di matrice divina di Sofocle. Esso fu infatti promotore dell’analisi sistematica dei malanni del corpo tanto da fondare e curare un corpus di nozioni. È però il concetto di sistematicità il filo conduttore con i criteri contemporanei e il fulcro dell’interesse di questa analisi.
Comunicare il metodo scientifico / I principi moderni
In passato la medicina si basava su teorie non verificabili provenienti dalla cultura popolare e dall’astrologia che, come dice Brischetto con tono ironico, “non guasta mai”. I personaggi che hanno contribuito alla formulazione delle attuali norme di ricerca in campo clinico sono molteplici ma ci si soffermerà su uno in particolare, Augusto Murri. Murri ha progettato un sistema che prevede tre fasi: osservazione, ragionamento e critica. L’osservazione richiede un’anamnesi, un esame obiettivo del paziente e delle sue condizioni; il ragionamento porta ad una valutazione logica e quindi a un’ipotesi; la critica invece ha lo scopo di ricercare le prove di ogni affermazione. La comunità intera di ricercatori ha il dovere di confermare o confutare i risultati di una simile indagine, infatti:
[la scienza di oggi prevede che] chi fa una scoperta e pubblica un lavoro deve pubblicare anche il metodo con cui è arrivato a quelle conclusioni, in modo che altri scienziati possano ripetere l’esperimento.
È possibile quindi estrapolare un assunto: le scoperte possono essere smentite, espanse o modificate da nuove prove ottenute usando gli stessi principi. La confutazione di teorie non è un passo falso che fa crollare il sistema intero. È uno dei passaggi essenziali per garantire una stretta approssimazione della realtà dei fatti. Non bisogna però pensare a questi processi come meramente meccanici. Nel campo sanitario la componente umana gioca un ruolo chiave:
La medicina basata sull’evidenza è paragonabile a un tavolo a tre gambe: la prima è rappresentata dalle ricerche, dall’evidenza, dalle prove [ottenute] dall’uso di farmaci e procedure; [la seconda e la terza] sono l’esperienza del medico e le preferenze del paziente. Un dottore potrebbe quindi agire secondo altre vie nel caso il paziente dovesse rispondere diversamente dalla norma a una data cura: Assume grande importanza anche il paziente, che non è oggetto ma protagonista delle cure che gli vengono somministrate. È un patto basato sull’empatia.
Comunicare il metodo scientifico / La ricerca della verità
I metodi descritti non tentano di spiegare la realtà delle cose in senso astratto: vogliono invece garantire le più alte probabilità che un assunto sia vero. Non è “verità” in senso assoluto, non quella studiata dalla teologia o dalla filosofia per intenderci: [Possiamo chiedere alla scienza] la verità con la ‘v’ maiuscola? Non possiamo […], la ‘Verità’ è patrimonio della teologia e della filosofia. Possiamo chiedere un grado di probabilità più alto possibile, tanto alto da diventare una certezza pratica ma smentibile alla luce di nuovi esperimenti.
Parole simili sono quelle dell’epistemologo Karl Popper (1902 – 1994): Il metodo scientifico ci fa avvicinare sempre più alla verità ma non garantisce la verità assoluta. Ogni ipotesi può essere ‘falsificata’, cioè dimostrata falsa. È questo il percorso della scienza che tende ad approssimarsi sempre più alla verità.
Il dottor Rosario Brischetto, “sognatore di una medicina per tutti”, secondo sua stessa citazione, mostra come un maturo approccio al metodo scientifico non si possa far distrarre dalle frivolezze culturali della nostra epoca, ma debba invece sfruttare pienamente i risultati delle indagini nel campo naturale. L’era di Sofocle è un passato da non dimenticare, con la piena consapevolezza che le cose hanno assunto una forma diversa e che adesso possono essere misurate con certezza quasi matematica. La ricerca della correttezza, del massimo grado di approssimazione è stata, e probabilmente sarà, la via più funzionale da seguire.
Simone Corsaro