Migranti / Inizio e fine del CARA di Mineo, centro di accoglienza

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Il CARA di Mineo è stata una struttura di accoglienza per richiedenti diritto d’asilo, il progetto nasce in fretta e furia nel marzo 2011 nel contesto d’emergenza di arrivi dal Nordafrica. Situato nel comune di Mineo, sorge sulla struttura di quello che era il Residence degli aranci costruito da una ditta di Parma, la Pizzarotti e co., che era in origine una struttura per militari americani afferenti alla base di Sigonella. Nell’architettura, infatti, è evidente che anche lo stile e l’impianto urbanistico richiamano le zone residenziali delle città americane. Ma nel 2010, essendo distante dalla base, venne disdetto il contratto e  trasferiti i militari in un nuovo residence più vicino alla base.

CARA di Mineo, l’esperienza del personale medico

Abbiamo ascoltato l’esperienza di un medico impegnato all’interno della struttura di accoglienza per migranti. Ci ha raccontato che la Croce Rossa ottenne l’incarico di emergenza nel 2012 quando, a seguito del bando pubblicato, si aggiudicò la gestione temporanea della parte sanitaria. L’ambulatorio medico era aperto h24 e disponeva di un orario di visita: 4 ore la mattina e 4 ore il pomeriggio. “Ci sono stati periodi in cui passavano anche 100 migranti al giorno” riferisce la dottoressa. “Periodi molto affollati come per esempio nel 2016 in cui abbiamo assistito a circa 3 sbarchi a settimana”.

C’era sia l’ambulatorio sanitario per gli adulti sia quello pediatrico con supporto chiaramente dell’ASP. Il pediatra infatti lo inviava l’ASP ma tutto il resto, come per esempio i farmaci, era messo a disposizione dalla Croce Rossa. Vi erano le crocerossine, un gruppo di 5 volontarie che davano il loro contributo cambiando ogni 15 giorni e provenienti da tutte le parti dell’Italia. “La mia esperienza è stata doppia: oltre a lavorare al CARA come medico, nel 2014 sono diventata volontaria di Croce Rossa”.

Struttura del CARA di Mineo

Al CARA tutti i migranti seguivano un iter amministrativo burocratico che era la richiesta cara mineod’asilo. I migranti aspettavano e speravano nella cosiddetta commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Attendevano di essere sentiti in commissione, ove raccontavano la loro storia.

La struttura era composta da ufficio di direzione, ufficio amministrativo, e altri uffici come assistenza sociale, e una serie di servizi riservati per gli ospiti. Il CARA era un centro governativo, gestito direttamente dal ministero dell’interno. Di fatti c’era un ufficio specifico per i finanziari del ministero dell’interno cui periodicamente facevano delle ispezioni per verificare il rispetto di tutte le norme.

La fine del CARA di Mineo

Il centro è arrivato ad accogliere 4000 ospiti: ha visto passare migliaia di persone provenienti da paesi africani e asiatici. Nel 2019, per volere del governo “gialloverde” a guida M5S e Lega Nord, il CARA inteso come struttura destinata all’accoglienza dei migranti ha chiuso i battenti. I migranti che erano all’interno sono stati “collocati altrove”, costretti a lasciare la struttura verso destinazioni a loro sconosciute fino all’arrivo effettivo in altri centri di accoglienza nelle varie province siciliane o in altre zone d’Italia.

Sofia Terranova

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