Migranti / L’impatto della Legge Cutro su accoglienza e integrazione

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Il 6 maggio 2023 è entrata in vigore la legge n. 50/2023, nota simbolicamente come Legge Cutro, una normativa che ha introdotto significative modifiche alle politiche relative ai flussi dei migranti in Italia. Il 26 febbraio dello stesso anno si è consumata una tragedia che ha scosso le coscienze di molti italiani e ha riportato al centro del dibattito pubblico la questione delle politiche migratorie. Un’imbarcazione proveniente dalla Turchia, con a bordo circa 200 persone in fuga da guerre e povertà, si è spezzata in due a pochi metri dalla riva di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone.

A pochi giorni da questo tragico evento, il governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha deciso di emanare il decreto-legge 20/2023, rinominato simbolicamente Decreto Cutro. Convertito in legge, questo provvedimento introduce “disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”. Esso configura un apparato alquanto restrittivo dell’immigrazione in Italia. Rimarcando una spaccatura tra l’umana necessità di accogliere e gli ostacoli posti in essere dalle procedure di richiesta di asilo, di accoglienza e di integrazione.

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Migranti / Gli impatti della Legge Cutro su accoglienza e integrazione

Questa nuova disposizione introduce nuove misure orientate a rafforzare il sistema di prima accoglienza e i controlli alla frontiera. Saranno estese fino al 31 dicembre 2025 le deroghe alle norme già vigenti in merito ai Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR), alla realizzazione di nuovi hotspot di accoglienza e centri governativi. È inoltre prevista la gestione diretta dell’hotspot di Lampedusa dalla Croce Rossa Italiana. Anche in questo caso con la possibilità di deroghe relative alle norme esistenti. Gli stranieri ospitati negli hotspot avranno poi la possibilità di essere trasferiti in strutture analoghe sul territorio nazionale. Saranno i prefetti ad avere la facoltà di individuare le strutture di accoglienza provvisoria in caso di mancanza di disponibilità di posti nei centri governativi.

La legge prevede inoltre un investimento di circa 8,8 milioni di euro per i contratti di trasporto marittimo dei migranti. Il provvedimento modifica, inoltre, il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) escludendo i richiedenti asilo dai servizi della rete territoriale, ad eccezione di alcune categorie vulnerabili. Tuttavia, è prevista una deroga per i richiedenti asilo che entrano in Italia attraverso corridoi umanitari, programmi di reinsediamento o evacuazioni umanitarie. Infine, sarà attivata una postazione medicalizzata del 118 a Lampedusa per garantire interventi di emergenza tempestivi ed efficienti, tutelando la salute degli abitanti e dei migranti. Mentre alcune prestazioni come l’assistenza psicologica e i corsi di lingua italiana saranno escluse dalle strutture di prima accoglienza.

Migranti / Legge Cutro: modifiche alla Protezione Speciale

Una delle modifiche più significative della Legge Cutro riguarda la cosiddetta protezione speciale. Questa, introdotta nel 2018 in sostituzione della protezione umanitaria, ha subito ulteriori restrizioni. Il provvedimento ha senz’altro reso più difficile per i migranti ottenere un permesso di soggiorno. Tuttavia, bisogna sottolineare che, contrariamente a quanto affermato, la protezione speciale non è stata abolita, ma semplicemente limitata. Inoltre, il decreto ha stabilito che il permesso per protezione speciale non potrà più essere convertito in un permesso per motivi di lavoro. Una decisione che potrebbe potenzialmente e verosimilmente portare a un aumento dei lavoratori irregolari sul territorio italiano.

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Legge Cutro / CPR e detenzione alle frontiere

Un altro aspetto controverso concerne il potenziamento e l’ampliamento della rete dei CPR. Uno di questi è quello allestito in Albania, costosissimo e senza menzione di diritti umani, con il protocollo ratificato in legge lo scorso 21 febbraio 2024. Questi luoghi di detenzione, in assenza di reato, sono spesso caratterizzati da pessime condizioni igienico-sanitarie, gestione problematica delle questioni di salute e sicurezza, e un regime di sostanziale isolamento per le persone trattenute. Inoltre, la legge introduce una nuova forma di detenzione alle frontiere per i richiedenti asilo, che possono essere trattenuti fino a quattro settimane mentre la loro domanda viene esaminata con una procedura più sbrigativa. Questa misura solleva non poche preoccupazioni riguardo alla possibilità di accedere alle procedure d’asilo e al rispetto del diritto di richiedere protezione internazionale. Tuttavia, il decreto non fornisce dettagli specifici sulle modalità di attuazione di questa misura.

Migranti / Impatti sociali e morali della Legge Cutro

Il Decreto Cutro ha suscitato un acceso dibattito sulla necessità di bilanciare il contrasto all’immigrazione irregolare con il rispetto dei diritti umani e l’accoglienza dignitosa dei migranti. Alcune di queste argomentazioni sono emerse all’incontro di presentazione del Report sul Diritto di Asilo 2023 della Fondazione Migrantes. L’intervento di Mariacristina Molfetta, coautrice del report, è interamente visionabile sul canale YouTube della Voce dell’Jonio. Il decreto rappresenta un ulteriore irrigidimento delle politiche migratorie italiane, con implicazioni significative per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti.

Molti esperti sottolineano l’importanza di adottare politiche migratorie che tengano conto delle esigenze umanitarie e della protezione dei più vulnerabili. Le critiche sollevate da organizzazioni per i diritti umani ed esperti del settore evidenziano il rischio di compromettere i diritti dei migranti e di rendere più difficile l’accesso alla protezione per coloro che ne hanno bisogno. È fondamentale che il governo italiano inverta la rotta e risponda agli sbarchi con soluzioni umane, rispettose dei diritti e realmente efficaci sul piano della pianificazione e dei costi. Evitando di utilizzare procedure straordinarie e lo stato di emergenza per rispondere a un fenomeno strutturale, inevitabile e persino necessario (vista la crisi demografica grave dell’Italia) come l’immigrazione. Solo così sarà possibile trovare un equilibrio tra sicurezza nazionale e rispetto dei diritti umani.

Mariachiara Caccamo

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