Rifugiati/ Riccardo Campochiaro: “Ecco la preziosa azione del Centro Astalli”

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Centro Astalli ODV Catania

Abbiamo intervistato l’avvocato Riccardo Campochiaro, Presidente del “Centro Astalli ODV Catania”, per conoscere meglio i servizi che questa realtà offre. Il Centro Astalli è la sede italiana del “Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS” e si impegna a far conoscere all’opinione pubblica chi sono i rifugiati, la loro storia e i motivi che li hanno portati fin qui. Mentre il “Centro Astalli” ha iniziato le sue attività nel 1981 nella sede di Via degli Astalli a Roma, il “Centro Astalli ODV Catania” ha avviato le sue funzioni nel 1999 e ha sede in Via Tezzano 71 95131 Catania. L’obbiettivo dell’organizzazione è quello di accompagnare, servire e difendere i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze; non di rado anche dalla tortura.

Intervista / Chi è Riccardo Campochiaro, Presidente del Centro Astalli ODV Catania

La mia principale professione è quella di avvocato, ma da novembre 2020 sono anche diventato Presidente del Centro Astalli Catania ODV. La mia carica è onoraria, questo significa che non ricevo alcun compenso. Ho iniziato come volontario del servizio civile nel 2009 e poi sono rimasto lì, per qualche anno, nel consiglio direttivo. Due anni e mezzo fa sono stato eletto presidente.

I servizi del Centro Astalli ODV Catania

Tra i servizi che il centro mette a disposizione, lo Sportello Legale. ‘Gli avvocati dello sportello legale garantiscono consulenza legale tutti i pomeriggi. Inoltre segnala all’OIM le richieste di Rimpatrio Volontario Assistito’. Quindi lo Sportello di Orientamento al Lavoro. ‘L’obiettivo dello sportello è quello di far incontrare domanda e offerta. Privilegiando i rifugiati e quelli con permesso di soggiorno in scadenza e di accompagnare e tutelare quanti trovano lavoro nel percorso di inserimento lavorativo. Segue lo Sportello sanitario, con lo scopo di offrire orientamento sanitario, ricostruire documentazione sanitaria. Inoltre, il centro funge da intermediario per i migranti con il SSN e offre colloqui per la prevenzione delle malattie ed educazione alle salute’.

Vi è poi il Servizio in Carcere, volto all’assistenza morale e materiale dei detenuti stranieri che il più delle volte non possono effettuare i colloqui con le famiglie. E vivono una situazione di isolamento affettivo. Nonché di difficoltà materiale anche per il reperimento di beni di prima necessità per la cura personale. Quino una Scuola di Italiano, perché l’apprendimento della lingua è il primo passo verso l’integrazione sociale dell’immigrato. Ecco perché questo obiettivo primario sarà raggiunto tramite il trasferimento di competenze linguistiche comunicative e culturali commisurate alle esigenze degli studenti. Offre anche la possibilità di Dopo scuola: tutti i pomeriggi si aiutano i bambini delle elementari e delle medie a fare i compiti’. Infine, un aiuto arriva anche dal Patronato CGIL: per far fronte all’emergenza sociale conseguente la pandemia e grazie ad una convenzione stipulata con la CGIL, il centro offre un servizio di patronato.

Centro Astalli Catania volontari

Intervista Centro Astalli Catania / Progetto “Finestre – Storie di rifugiati”

La Fondazione Centro Astalli di Roma propone, dal 2002, il  progetto “Finestre – Storie di rifugiati”, che vuole favorire la riflessione. In particolare ad un pubblico di giovani e studenti, sul tema dell’esilio, attraverso il contatto diretto con rifugiati e l’ascolto delle loro storie di vita. “Nello specifico si trattano di veri e propri incontri in cui i nostri volontari, assistiti e utenti vanno direttamente nelle scuole per raccontare il proprio vissuto e per conoscere in prima persona che cosa significa lasciare il proprio paese”. La nostra speranza è che quanti sono “toccati” dal nostro progetto scoprano non solo chi sono i rifugiati e cosa si fa o non si fa per loro sul piano nazionale e sovranazionale, ma soprattutto scoprano anche quanto un rifugiato ha da dire.

Vogliamo contribuire a creare dei canali e delle formule di comunicazione che facciano passare i rifugiati da destinatari di servizi a protagonisti di un’offerta culturale. Vogliamo contribuire a facilitare la comunicazione tra chi è cittadino, da sempre e con poco sforzo, e chi con dolore scopre di non avere più un paese di origine e con fatica cerca quale deve essere la sua collocazione nel nostro. “We will let their lives speak”: come dice un proverbio quacchero, il modo più efficace per parlare dei rifugiati è far parlare le loro vite, dare la parola alle esperienze. I numeri, le statistiche, i sussidi didattici aiutano a quantificare l’orrore e la stupidità. Ma il cuore del progetto consiste nell’incontro diretto con chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’esilio. Un incontro capace di scardinare tanti pregiudizi e luoghi comuni.

Intervista Centro Astalli Catania / Emergenza Covid-19

Durante il lockdown abbiamo chiaramente dovuto chiudere per dei mesi. Da aprile 2020 a settembre 2022 ci siamo dovuti adattare all’andamento dell’epidemia. Ad aprile 2022 abbiamo riaperto i servizi essenziali come lo sportello legale e lo sportello sanitario. Ma purtroppo abbiamo dovuto ritardare l’apertura della scuola e inoltre, cambiare la modalità di ricevimento per evitare raggruppamenti. Durante l’emergenza Covid-19 ci siamo presi cura di controllare che tutti i bambini fossero forniti di computer o tablet e i nostri volontari hanno cercato di continuare il doposcuola a distanza attraverso l’utilizzo di piattaforme telematiche. Qualcuno si è anche diplomato e ha superato brillantemente gli esami, nonostante le difficoltà.

Intervista / Riccardo Campochiaro, Presidente del Centro Astalli ODV Catania: “Il pensiero che l’immigrato porta irregolarità è sbagliato”

Riccardo Campochiaro Presidente Centro Astalli CataniaIn più di 10 anni di esperienza come operatore, ho assistito a parecchie vicende. In linea generale ci sono persone che sono arrivate qui, sono state regolarizzate, hanno ottenuto una vita dignitosa e si sono integrate. Mentre ci sono persone che purtroppo, anche dopo tanto tempo, non sono riuscite a mantenere una certa costanza e concretezza nel seguire questo percorso. Un po’ perché magari non hanno avuto le capacità e/o le condizioni o semplicemente perché sono stati sfortunati negli incontri che hanno fatto durante il percorso.

Chi non ha il permesso di soggiorno è molto più vulnerabile ed è facile che qualcuno possa approfittarsene. Il pensiero che l’immigrato porta irregolarità è sbagliato. Al contrario è l’immigrato che viene messo in condizione di rimanere illegale che è molto spesso o vittima o comunque portato adeguarsi.

Rebecca Charamah