Ma se qualcuno entrasse sistematicamente in casa nostra, si prendesse le nostre cose, il cibo, occupasse i nostri spazi, dopo aver tentato di protestare, non cercheremmo una soluzione cercando, anche, di cambiare casa?
Cosa hanno fatto i nostri Paesi in questi decenni con l’Africa e cosa stanno continuamente facendo? Chi ha creato la situazione ingovernabile ed esplosiva della Libia? Chi ha proseguito con un’azione a tutti gli effetti di neocolonialismo nell’Africa Subsahariana? Chi ancora, attraverso le multinazionali, continua a rubare le risorse preziose di questo continente?
E ci stupiamo se migliaia di disperati cercano di fuggire per cercare altrove un po’ di pace, un po’ di futuro? In tutto questo l’Europa ha una responsabilità enorme perché sta mostrando un cinismo, una ipocrisia, un disinteresse di fronte alla sofferenza incredibili e c’è davvero da chiedersi cosa stiamo diventando.
Visto come stanno andando le cose a livello italiano ed europeo non credo sia esagerato affermare che i migranti sono oramai usati come veri e propri scudi umani dai movimenti sovranisti (e non solo) di tutto il Vecchio Continente. I governi che in qualche modo provano ad abbozzare un’idea per governare seriamente (e almeno un po’ umanamente) un fenomeno planetario, che solo in parte fino ad ora ci ha investiti, rischiano la stessa sopravvivenza. Oramai sembra che la questione sia solo quanto alto erigere il muro, per impedire ai profughi di entrare in Europa. I naufragi di queste settimane non creano nessuna reazione nei palazzi del potere europei. La pietas che fa parte del bagaglio culturale e valoriale dell’Europa lungo i secoli sembra sparita. Azzerata.
Ma la questione profughi, in realtà, nasconde il più complesso e ampio fenomeno migratorio che ha alla base il diritto di ogni donna e uomo di cercare altrove un futuro un po’ migliore di quello che ha, realisticamente di fronte, stando nel proprio Paese.
Ma il problema per i governanti di turno non appare poi così complesso. Semplicemente gli immigrati non li vogliono, anche se fanno loro comodo per proseguire l’operazione di “distrazione di massa” rispetto ai problemi reali e concretissimi e non rinviabili dei diversi Paesi europei.
Non importa che l’Europa stia velocemente invecchiando e la dinamica demografica ci dica che avremo sempre più drammaticamente bisogno degli immigrati. Non importa che il continente africano sia da decenni continuamente depredato, violentato. Non importa che si continui a morire in mare.
Mentre i politici di turno si impegnano in estenuanti (e penose) trattative, sembra che una sentenza i leader europei l’abbiano già emessa: l’Africa non esiste. Non è un problema nostro. Per quanto ancora?
Laura Paoletto
direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)