Pubblichiamo integralmente la nota di Saro Sorbello in occasione del quarantennale della Misericordia di Acireale, della quale è stato tra i fondatori e primo presidente.
Nell’ Antico Testamento, dopo il nome proprio di Dio, è “figlio” che risuona ben 4929 volte, che si intreccia col verbo banah “costruire”.
“La famiglia, il lavoro, la festa è un messaggio forte quanto mai attuale sulla famiglia come asse matrimoniale e generazionale. Ci conferma che la mancanza di apertura alla vita familiare e sociale trasforma l’esistenza in un triste e anonimo condominio.
La parrocchia del SS. Cuore di Gesù ha contribuito sin dalla sua nascita a valorizzare la vita comune, la partecipazione, la solidarietà, la formazione umana e spirituale.
La comunità parrocchiale è stata sollecita e sensibile, con la lunga permanenza del primo parroco don Michele Micalizzi e con la presenza antica e significativa delle Suore del Monastero della Visitazione.
Il “figlio” delle famiglie del Colle è cresciuto in questo ambiente aperto ed accogliente: lo hanno, insieme alla Comunità parrocchiale, reso tale i sacerdoti presenti nel tempo: don Micalizzi, don Gaetano Caltabiano, adesso parroco al Cuore Immacolato di Maria sempre al Colle; don Antonio Russo, adesso parroco alla parrocchia Matrice di Giarre; don Giovanni Vecchio, adesso in Brasile, don Orazio Greco, adesso parroco a Castiglione di Sicilia, don Gabriele Patanè, adesso al SS. Cuore di Gesù.
I locali parrocchiali sono stati sempre punto di riferimento di giovani e meno giovani che vi hanno trovato ambiente amorevole e adatto alla crescita, alla socialità ed alla solidarietà.Tutti hanno lasciato una traccia di impegno religioso e socio-culturale sentito e continuato, di cammino di fede e di approfondimento culturale con incontri frequentissimi, dibattiti, con un cammino di formazione umana e cristiana come preparazione alla vita.
Un ruolo assai determinante viene scandito in tutte le fasi dalle Suore della Visitazione, presenti sempre con la preghiera e la solerzia per il futuro della nuova parrocchia, desiderose del Bene.
Quando nacque la Misericordia di Acireale alcune delle dimensioni della realtà odierna erano ancora lontane. Alcune parole non erano ancora entrate nell’uso comune e rete e finanza non richiamavano immediatamente i rischi della intercettazione a distanza o della economia globalizzata, ma realtà più familiari e meno inquietanti, ancora vivi nella cronaca erano i problemi innescati dal terrorismo, i misteri delle ‘stragi di Stato’.
Un piccolo gruppo di cittadini di Acireale pensò che era il momento di impegnare il proprio tempo libero, personalmente e da volontari, nell’attenzione ai bisogni più urgenti del proprio contesto di vita. Innanzitutto occorreva sopperire ad alcune emergenze nel campo della salute, come il primo soccorso e l’attenzione a chi aveva bisogno di alcuni servizi carenti nella città.
Oggi occorre impegnarsi a diffondere la consapevolezza che rigore e crescita sono l’uno il presupposto dell’altra, e non sarebbe in buona fede chi volesse far credere che il rigore danneggia e l’ottimismo fatuo paga.
Non di meno è vero che il rigore va contemperato con l’equità, e che la crescita che lo presuppone presenta essa stessa delle condizioni di possibilità, che sono anzitutto etiche e spirituali. Ci auguriamo che la nostra Misericordia con umiltà e determinazione, di concerto con le Comunità parrocchiali possa sempre: essere associazione-comunità solidale; parlare a nome di tutti gli uomini di buona volontà; impegnarsi a costruire una società solidale in cui nessuno sia abbandonato alla solitudine nei momenti di difficoltà e di scoraggiamento.
La più completa risposta alla confusione, alle incertezze o alle colpe, che spesso affliggono la storia dell’umanità, non è tanto l’azione di condanna o di deprecazione o addirittura di disimpegno, ma è quella generosità esemplare che si espande nelle case e nelle strade, nell’impegno di ogni giorno, negli atti di amore per il fratello che soffre.
Consiste nell’esemplare dedizione e nella paziente collaborazione con gli uomini di buona volontà, che costruiscono il Bene.
Negli anni ’70 c’era nell’aria il progetto di intraprendere iniziative di servizio solidale nell’ambito socio-assistenziale.
Coloro che hanno vissuto quel periodo ricorderanno i tanti ostacoli che gli Enti preposti non aiutavano a superare con responsabilità. Parlo solo delle più pesanti carenze:
-sorgeva il nuovo agiato quartiere di Corso Italia con la chiesa parrocchiale di S. Paolo;
-i “figli” delle famiglie di quel territorio hanno avuto per tanto tempo la scuola nei garages;
– il vecchio ospedale disponeva di una sola vecchia autoambulanza sempre guasta;
– i malati, i feriti incidentati dovevano essere trasportati con mezzi di fortuna;
– la donazione del sangue aveva il suo prezzo, che doveva essere pagato anche da sofferenti che vivevano in uno stato di bisogno.
Nel 1979 ha preso corpo al Colle la Fraternita della Misericordia, esperienza partita da Firenze intorno al 1240.
Le Misericordie col padre Domenicano Pietro da Verona, poi divenuto S. Pietro Martire, intervengono da quasi otto secoli sempre in modo mirabile, nell’aiuto di malati e sofferenti e nell’assistenza ai poveri.
I soci fondatori ad Acireale provenivano da tutta la città, con grande e sentita partecipazione di giovani, di adulti, ivi compresi gli anziani, uomini e donne.
Per tutti la fraternita della Misericordia fu già in sé frutto di una conversione del cuore, dall’ egoismo all’impegno. Per questo essa fu accolta dalla cittadinanza con grande fiducia.
Al terremoto dell’Irpinia nel 1980 la città, promotrice la Misericordia, con altri Enti cittadini, rispose con generosità ed essa organizzò, è nella storia, il trasporto ad Avellino di viveri, farmaci, attrezzature, coperte, biancheria, e donò anche, a nome di tutti, un ambulatorio medico per la locale AIAS.
La Misericordia è stata sempre una fucina di preparazione umana, spirituale e tecnica, di apertura alla solidarietà ed al Vangelo del Buon Samaritano: consapevolezza, compassione, vicinanza, cura accompagnamento, collaborazione.
Allocata nei locali del Monastero, è stata sempre aperta alla città ed al circondario nell’ offrire formazione umana e cristiana e nel servizio agli infermi e ai sofferenti.
Centinaia di giovani sono passati e si sono sensibilizzati e formati alla sua scuola.
La Misericordia si è occupata di servizi sociali e sanitari ed ha cercato di offrire agli uomini e alle donne, soprattutto ai giovani, luoghi educativi dove possano crescere con ideali alternativi a quelli dell’individualismo e del profitto personale.
Non si può singolarmente parlare di ognuno che, ricco della sua identità particolare, agiva in sinergia con gli altri.
La Misericordia acese ha vissuto nel quotidiano della storia, a contatto con la gente, senza roboanti proclami.
Coloro che hanno avuto bisogno di aiuto, i sofferenti, le persone sole, le persone con vari disagi, hanno trovato nel confratello della Misericordia un aiuto fraterno, teso al superamento delle difficoltà, con la sobrietà, la semplicità e la riservatezza che ci è propria.
Nel 1986, in una udienza a Roma, il papa Giovanni Paolo II ci disse:
“Siate formatori e fautori della civiltà dell’amore, testimoni infaticabili della cultura e della carità”.
Questo vuol dire allargare il ruolo storico svolto dalle Misericordie.
Bisogna infatti andare alle cause, alle origini dei mali che affliggono la nostra società: miseria, disuguaglianze, ingiustizie, attentati alla qualità della vita, dipendono dalla ricerca egoistica di potere personale e, di conseguenza, dal disinteresse, anzi dal dispregio del bene comune, da insensata cecità nei confronti della società presente e delle generazioni future.
Per intervenire alla radice dei mali è necessario diventare consapevoli del fatto che siamo titolari di un ruolo altamente politico, che si propone di difendere gli ultimi, i soli, i bisognosi dall’ arroganza della società e delle istituzioni.
Per fare un esempio, chi non si accorge che oggi nella nostra città la maggior parte delle strade, antiche o tracciate di recente, sono senza verde e senza marciapiedi?
Chi non sa che bambini, anziani e sofferenti hanno bisogno, come e più di tutti, di muoversi all’ aria aperta senza respirare scarichi di vetture a motore, che dovrebbero avere la possibilità di fermarsi nel verde (inesistente in molti quartieri, non solo nei nuovi insediamenti) per respirare aria pulita e godere della natura viva?
Affrontare con spirito critico questi problemi fa parte dell’intervento alle radici del male ed è una delle tante attività di denuncia e di pressione da continuare democraticamente, coinvolgendo le persone nella crescita e nell’ assunzione di responsabilità.
Il ruolo assunto dalle Misericordie, come questa nostra, sorta accanto al Sacro Cuore, è: aiutare i poveri e gli infermi; confortare gli afflitti; sostenere i deboli.
Nelle gravi difficoltà che la nostra storia attuale attraversa bisogna avere la forza di cambiare, incoraggiando scelte di austerità, e di programmare in campo sociale sostegni alla crescita negli ambiti del lavoro, della sanità, della previdenza, dei servizi e dell’istruzione.
Occorre impegnarsi a diffondere la consapevolezza che: rigore e crescita sono l’uno il presupposto dell’altra, e non sarebbe in buona fede chi volesse far credere che il rigore danneggia e l’ottimismo fatuo paga.
E’ non meno vero che il rigore va contemperato con l’equità e che la crescita, che lo presuppone, presenta essa stessa delle condizioni di possibilità che sono anzitutto etiche e spirituali.
Ci auguriamo che la nostra Misericordia con umiltà e determinazione, di concerto con le Comunità parrocchiali, possa sempre: essere associazione-comunità solidale, parlare a nome di tutti gli uomini di buona volontà, impegnarsi a costruire una comunità solidale in cui nessuno sia abbandonato alla solitudine nei momenti di difficoltà e di scoraggiamento.
La più completa risposta alla confusione, alle incertezze o alle colpe che spesso affliggono la storia dell’umanità, non è tanto l’azione di condanna o di deprecazione o addirittura di disimpegno, ma è quella generosità esemplare che si espande nelle case e nelle strade, nell’impegno di ogni giorno, negli atti di amore per il fratello che soffre.
Consiste nell’esemplare dedizione e nella paziente collaborazione con gli uomini di buona volontà, che costruiscono il Bene.
Tutto questo è certamente molto difficile da realizzare, ma Bertrand Russel (filosofo inglese 1872-1970) affermava di un’impresa impossibile da lui ricordata: “Gli innocenti non sapevano che il progetto che volevano realizzare era impossibile. E proprio per questo lo realizzarono”.
Che Iddio ci accompagni sempre!
Rosario Sorbello