Nella diocesi di Acireale operano diverse realtà missionarie che il vescovo, mons. Antonino Raspanti ha incontrato in occasione di un evento organizzato da don Gianpaolo Bonanno, direttore dell’Ufficio missionario diocesano.
La giovane Maria Luisa Dominici, responsabile dell’infanzia missionaria della diocesi ha presentato i vari gruppi.
Il diacono Sebastiano Genco, presidente dell’associazione “Amici delle Missioni” con la proiezione di 2 brevi filmati ha documentato il lavoro svolto negli ultimi anni in Guinea Bissau. Una delle più importanti opere realizzate è senz’altro la costruzione del Liceo di Bula che come si può vedere nel link http://www.associazionemagomerlino.it/africa.html con foto realizzate nel 2010, era una struttura fatta con canne intrecciate; adesso, invece, è stato costruito in muratura e dedicato a Papa Giovanni Paolo II.
Genco, dal 1998, regolarmente si reca in missione in Guinea Bissau, l’ultimo viaggio è avvenuto nell’ ottobre 2013 e a metà di questo mese di marzo è ripartito con un gruppo di volontari. A nome dell’associazione “Amici delle Missioni” è stata consegnata al vescovo, un’opera lignea intarsiata rappresentante i vari mestieri manuali che svolgono gli abitanti della Guinea Bissau.
I giovanissimi Giuseppe e Carola (per precisione è corretto dire bambini) hanno parlato della loro esperienza fatta nel “Movimento giovanile missionario” interrogandosi sulla povertà e su cosa si dovrebbe fare per venire incontro ai fratelli che soffrono.Michele Patanè responsabile del “Movimento giovanile missionario” e direttore del coro “Madagascar’s Angels” composto da 30 elementi, con un filmato ha presentato l’opera svolta da questo movimento. I vari componenti, periodicamente, si recano in Madagascar collaborando con varie missioni ivi operanti. Questo coro si esibisce in vari concerti raccogliendo fondi da utilizzare per tante opere, il contributo più significativo va al mantenimento di una scuola con 1300 alunni dove la frequenza alle lezioni assicura un pasto al giorno, molto probabilmente l’unico pasto della giornata. Purtroppo questa è una realtà che hanno in comune tutte le scuole delle missioni, dall’Africa, al Sud America, all’ estremo Oriente.
Don Giovanni Vecchio è prete “Fidei Donum”, espressione che indica “Dono di Fede”, mansione prevista dall’enciclica del 1957, di Papa Pio XII, scritta per invitare la Chiesa occidentale all’impegno missionario, attività fino a quel momento riservata soltanto ad alcuni ordini religiosi. Attualmente Don Giovanni svolge la sua attività in Brasile e il Vescovo gli ha rinnovato il mandato “Fidei Donum” per altri 3 anni.Grande conoscitore della realtà delle favelas brasiliane, don Vecchio ha raccontato un aneddoto per evidenziare la grande generosità di questo popolo: Papa Francesco durante il recente viaggio in Brasile, visitando gli abitanti di una favelas, ha sottolineato che, nonostante vivano in povertà, sono sempre grati di trovarsi degli ospiti a tavola: non è difficile poterli accogliere con gioia, basta semplicemente aggiungere dell’acqua nella pentola dei fagioli.
Don Giovanni, dal 1984 svolge la sua opera di missionario, salvo due brevi interruzioni di qualche anno.
Le parrocchie presenti all’incontro con i gruppi missionari sono state tantissime, ogni responsabile presentava l’operato della propria realtà. Alcune parrocchie sono attive da decenni mentre per altre si è solo all’inizio così come evidenziato da Nadia della parrocchia Santa Maria La Stella. doveve da decenni mentre inltà,iere con gioia Hanno appena iniziato, attualmente sono soltanto 3 ragazze, ma visto il grande entusiasmo, ci si augura che a breve possano diventare numerosi.
Paolo Di Bella, della parrocchia Maria SS. Di Loreto, è stato critico nei confronti di quei parroci che spesso sono “servili” nei confronti dei politici, sperando di poter essere favoriti nell’ottenere contributi pubblici. Bisognerebbe invece fare “opera missionaria” su chi ci governa per far si che questi signori capiscano che i contributi elargiti alle parrocchie devono essere fruiti da tutta la comunità.
Mons. Raspanti ha ascoltato con interesse tutti, ha dialogato, invitando Giuseppe e Carola a continuare ad operare nel MGM e, vista la loro giovane età, a farsi aiutare dai genitori o da altri collaboratori più grandi perché la solidarietà è necessaria; la povertà in queste vaste aree del mondo è il risultato dell’egoismo dei popoli ricchi. Spesso il contributo del singolo è qualcosa di minimale, data la vastità del problema, ma unito alla moltitudine dei potenziali collaboratori diventa utile e indispensabile.
L’evento è stato concluso, dopo la celebrazione dell’Eucarestia, con un concerto del gruppo vocale “Madagascar’s Angels” che con il loro repertorio di Polifonia Sacra, Gospel e Spiritual hanno allietato i presenti.
Mario Pappalardo