Stamane, 2 settembre, come ogni primo sabato del mese, nel Santuario Madonna della Sciara di Mompileri, si è celebrata all’alba la Messa di affidamento a Maria di Mompileri, colei che accoglie i pensieri e i sentimenti dei fedeli per poi presentarli a Gesù.
Nel 1704, a Massa Annunziata, a nord di Mascalucia, una donna comunica al sacerdote e alla comunità la rivelazione ricevuta da Maria, che li incoraggia a scavare tra le sciare di Mompileri per ritrovare la marmorea immagine della Madonna delle Grazie, ricoperta dalla lava il 12 marzo 1669. Il 18 agosto avviene il ritrovamento, la statua viene riportata alla luce e in poco tempo si costruisce una chiesa per custodirla. Da tre secoli il Santuario di Mompileri è meta di fedeli provenienti da ogni parte e le grazie si moltiplicano.
Il 10 aprile 2013, Papa Francesco in piazza S.Pietro ha benedetto la statua “Madonna della Sciara Pellegrina” chiedendo a tutti di pregarla per lui.
Durante l’omelia, don Alfio Privitera ha detto, tra l’altro: “Quando il cristiano si applica a costruire nel modo migliore possibile questa realtà, costruisce anche qualcosa della realtà eterna, celeste. Al nostro poco – ha aggiunto – dobbiamo essere fedeli giorno per giorno, e possiamo far fruttificare i doni di grazia; è poca la pazienza che abbiamo verso gli altri, è poca la capacità di pensare al bene per il prossimo, è poca la comprensione per noi stessi, e la volontà di vivere una vita spirituale intensa. È poco, potremmo essere di più e rispondere alle chiamate del Signore in maniera più densa.
“Lo stimolo delle parole del Signore è molto forte oggi. Continuiamo a costruire una vita da figli di Dio, pur sapendo che nelle mani abbiamo poco. “Cosa dovrei fare io?”, ci chiediamo; “Mi sono confessato, ho fatto la comunione, ho battezzato i miei figli, ma ho la percezione di non vedere i doni che vorrei vedere”.
“Il dono – ha continuato don Alfio – è un elemento che costituisce la quotidianità, è quel poco che ci dice al tempo stesso il dono abbondante di Dio ma anche l’attesa che il Signore continui a manifestare i suoi doni. Spesso ci leghiamo al dono ma ci dimentichiamo del donatore. Il poco è una proposta di vita e non deve essere disprezzato. Chiediamo a Maria di poter dare un’impostazione più ordinaria alla vita, a partire da questo mese con la ripresa degli impegni e che ci aiuti a tenere sempre presente quel poco”.
Dopo la comunione, i fedeli ad uno ad uno e con molto ordine, si sono inchinati di fronte al simulacro della Madonna, per chiedere la Sua intercessione, guarigione e liberazione da ogni tipo di malattia, scoraggiamento, freddezza religiosa ed hanno ricevuto da don Alfio la preghiera di affidamento a Maria, che è stata recitata alla fine della Santa messa.
Graziella De Maria