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La cerimonia del sorteggio per i gironi eliminatori di Brasile 2014 prevedeva in tutto otto “estrattori”, glorie trascorse del calcio globale, fra cui anche un certo Zinedine Zidane, indiscutibilmente un gigante della storia del pallone, passato però nella “hall of fame” anche – non solo ovviamente – per aver inflitto (forse reagendo a un pesante insulto) una cruenta testata al’avversario Marco Materazzi durante la finale Mondiale 2006 tra la sua Francia e l’Italia.
Così si è subito scatenata la caccia all’“estrattore mancante”. Come mai, ci si è chiesti, non è stato invitato il “pibe de oro” Diego Armando Maradona, che una rete la rubò proprio all’Inghilterra ai Mondiali del 1986 siglando un gol di mano (da allora fu detto infatti “mano de dios”)? E su questa strada, allargando il campo d’azione, perché non chiedere la partecipazione dell’arbitro ecuadoregno Byron Moreno, che ai Campionati del 2002 fece di tutto per far perdere una già fragile nazionale azzurra contro i sudcoreani, mediante una serie clamorosa di “errori” arbitrali? (salvo poi finire in galera negli Stati Uniti nel 2010, scoperto con 6 chilogrammi di eroina in valigia!).
Insomma, di esempi poco “virtuosi”, dentro e fuori del campo, il calcio ce ne consegna a decine: scorrettezze di gioco, furberie più o meno furbe, violenze in campo e sugli spalti, calcioscommesse… Macchie, antipatiche e indelebili, che fortunatamente non scalfiscono la bellezza di un assist, l’emozione di una rovesciata, la passione per la squadra del cuore, il buon nome di tanti campioni del passato più o meno recente. Sarà anche per questo che il pallone – specchio talvolta ingeneroso della società – piace a tutti o quasi.