Con un saluto in spagnolo ai santuari collegati dall’America Latina e l’invocazione alla Madonna di Guadalupe si è conclusa la recita del santo rosario, presieduta da Papa Francesco, ieri pomeriggio, nei Giardini Vaticani, su iniziativa del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e trasmessa in mondovisione.
“Mi dicono che sono collegati tanti santuari in America Latina, e vorrei dare un saluto in spagnolo”, ha detto il Papa. “A tutti voi nei santuari dell’America Latina – vedo Guadalupe e tanti altri –, che siete collegati con noi, uniti nella preghiera. Nella mia lingua materna vi saluto. Grazie per esserci vicino a tutti noi. Che nostra Madre di Guadalupe ci accompagni!”, ha aggiunto Francesco in spagnolo.
Prima di questo saluto, il Pontefice ha letto la Preghiera 2 che egli stesso ha invitato a recitare al termine del rosario in questo mese di maggio 2020, nella lettera inviata ai fedeli lo scorso 25 aprile.
“Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione. O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro”, ha pregato il Papa.
“Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia”.
Ancora preghiere di protezione per medici, infermieri, personale sanitario, volontari, sacerdoti.
“Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus – ha proseguito Francesco, recitando la preghiera -. Assisti i responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà”.
“Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro”, la supplica del Papa.
“Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare”.
E ha concluso: “O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale”.
G. A.