“Santo subito” è stata l’espressione uscita dal cuore di quella folla di giovani che a S. Pietro hanno dato l’ultimo saluto a Papa Giovanni Paolo II che il 27 aprile sarà proclamato santo. Lo stesso è avvenuto nella storia alla morte di ogni persona cara vissuta santamente, anche se non è stato avviato il processo di beatificazione. Così è successo quando si è diffusa la notizia del transito al cielo di mons. Alvaro Del Portillo che sarà beatificato a Madrid, sua città natale, il 27 settembre prossimo. Quella mattina del 23 marzo 1994 in tutto il mondo milioni di persone di ogni razza e credo religioso, si sono fermati a rivivere qualche momento trascorso con lui. Giovanni Paolo II, che lo aveva conosciuto e apprezzato durante il Concilio e poi, dal 1975, quando successe a San Josè Maria Escrivà alla guida dell’Opus Dei, lo stesso giorno si è recato in via Bruno Buozzi fermandosi in preghiera dinanzi alle sue spoglie.
Nato l’11 marzo del 1914,mons. Alvaro conobbe l’Opera ancora giovane studente in ingegneria, quando in Spagna si avvicinavano gli eventi della guerra civile. Partecipò da ingegnere alla ricostruzione dopo la guerra progettando diversi ponti. Il 25 giugno 1944 venne ordinato sacerdote dal vescovo di Madrid assieme ad altri due ingegneri. Dal 1946 visse stabilmente a Roma a fianco di San Escrivà diffondendo l’Opera in Italia e nel mondo. Tante personalità del mondo romano, come Alberto Sordi e Francesco Cossiga, poterono conoscere il garbo, la serenità e la pace che emanavano in maniera contagiosa da quest’uomo che viveva tanto intensamente vicino a Dio quanto ben ancorato alle realtà terrene.
Gravarono sulle sue spalle, tra l’altro, i non indifferenti impegni economici legati alla realizzazione dei vari centri che man mano sorgevano nella capitale. Una volta al Fondatore dell’Opus Dei chiesero cosa poter fare per alleviare le sofferenze di Don Alvaro molto malato. “Per una guarigione istantanea basta un cataplasma di banconote”, fu la risposta. Diffuse, in chi l’ha conosciuto, l’esigenza di santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e santificare gli altri con il lavoro come testimoniano tanti che vissero a lui vicini, in primo luogo mons. Javier Echevarria, attuale prelato dell’Opus Dei.
Venti anni fa, appena compiuti ottant’anni, si recò in Terra Santa celebrando la Santa Messa nella chiesa del Cenacolo. Al ritorno, all’alba del 23 marzo, ha raggiunto San Josè Maria accanto al quale era vissuto come un’ombra.
Antonino Ortolani