Dalle pagine del nostro giornale, il 14 febbraio scorso, avevamo ricordato la felice ricorrenza del suo 40° anniversario di ordinazione episcopale di monsignor Pio Vigo. Mentre attendevamo il suo ritorno in Diocesi per celebrare insieme con lui e, invece, per gli imperscrutabili disegni divini, così non è stato. Il 30 aprile, Monsignor Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo, Vescovo emerito di Acireale, ha concluso la sua luminosa giornata terrena, lasciando sgomenta l’intera comunità diocesana. Comunità che lo ha amato e voluto bene e da cui ha ricevuto tanti benefici durante gli anni del suo fecondo ministero episcopale (2002-2011).
Sopraffatto dal covid
Nel mese di marzo aveva contratto il covid, all’inizio in forma lieve, tanto che non si ritenne opportuno il ricovero ospedaliero. Successivamente fu costretto a ricoverarsi all’ospedale, da cui dopo qualche giorno uscì negativo al covid. Per assicurargli una assistenza più qualificata fu portato alla casa del clero di Verona. Dopo qualche giorno si manifestò una infezione urinaria e, successivamente, un’infiammazione bronchiale, la quale ha richiesto un nuovo ricovero ospedaliero. Dapprima in terapia intensiva con il casco e successivamente con l’intubazione. Speranze e timori hanno accompagnato i giorni della degenza fino al triste epilogo.
Monsignor Vigo, un cuore semplice
Non stiamo qui a tratteggiare il profilo biografico, ben noto a tutti, del carissimo monsignor Vigo. Né, tantomeno, osiamo tracciare un bilancio di quanto, in semplicità di cuore (il suo motto episcopale), egli ha compiuto nei suoi quarant’anni di ministero episcopale e sessantatré di sacerdozio. Tutto questo appartiene alla logica del Regno di Dio, che supera il metro del giudizio umano. Vogliamo ricordare il suo amore e la sua dedizione alla Chiesa acese, servita da Presbitero fino al 1981 e, successivamente, da Vescovo diocesano. Accogliendo in Cattedrale il suo successore, mons. Antonino Raspanti, nel discorso diceva così. “Vostra Eccellenza avrà modo di constatare ben presto l’affetto e la devozione che la Chiesa di Acireale nutre verso il suo vescovo e la docilità nel lasciarsi guidare.
La preghiera costante di tante persone che nel silenzio seguono con amore la vita della Chiesa, La sosterrà nella quotidiana e dolce fatica della guida di questa amabile Chiesa. Mi permetta adesso, a conclusione del mio ministero episcopale, di elevare al Signore, con la preghiera della Liturgia della Chiesa, la preghiera per questa diocesi, che negli ultimi nove anni ho amato e servito. Fioriscano in questa tua Chiesa, o Padre, fino alla venuta di Cristo suo Sposo, l’integrità della fede, la santità della vita, la carità fraterna e la pietà autentica. Tu, che ci nutri incessantemente con il Corpo del tuo Figlio e con la tua parola, non privarci mai della tua guida e protezione”. Parole nobili e sincere che mostrano l’amore con cui, nei limiti di ogni uomo, aveva amato la nostra Chiesa di Acireale.
Il vescovo Raspanti lo definì “pastore prudente”
Mons. Raspanti, nel discorso di saluto alla diocesi, definiva Monsignor Vigo: “pastore prudente, padre buono, guida generosa”. Tre aggettivi, che più di qualsiasi discorso, qualificavano Monsignor Vigo. Quando nel mese di novembre scorso pubblicai l’opuscolo “In cammino verso la luce – analisi ermeneutica della messa per chiedere la grazia di una buona morte”, gliene inviai una copia. Mi rispose, dopo averla letta, ringraziandomi perché dalla lettura aveva tratto beneficio spirituale. Tanto da non aver paura della morte, perché la luce del risorto la sovrastava.
In questo momento di umano dolore, vogliamo pensare Monsignor Vigo, avvolto dalla luce pasquale di Cristo Signore, per ricevere il premio riservato ai servi buoni e fedeli del Vangelo. Il cero della sua vita si è consumato, lo ringraziamo per la luce che ci ha offerto e lo rassicuriamo che il suo ricordo rimarrà indelebilmente scolpito nel nostro cuore. Nell’attesa di riincontrarci nella casa del Padre per fare festa in eterno e senza fine, con le stesse parole di Pio Vigo, poeta, lo salutiamo. “Nel nostro viaggio terreno che continua, ti ricordiamo nella preghiera, con ammirazione e gratitudine”.
A-Dio, eccellenza reverendissima e carissima.
Don Roberto Strano