Mostra fotografica – Preziose testimonianze storiche le 69 immagini de “L’isola che non s’arrende” esposte ad Acireale

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Osservare una fotografia significa ricevere il racconto del fatto, del contesto o anche di una singola realtà che essa offre agli occhi di chi voglia carpirne dettagli e particolari. La foto è conoscenza. Le 69 fotografie, esposte nei locali della Galleria del Credito Siciliano di piazza Duomo 12 ad Acireale, testimoniano fatti storico-sociali, per lo più drammatici, che hanno interessato la Sicilia nel biennio 1968-69, permettendone anche a chi non era presente, ma ne conosce lo svolgimento, di coglierne l’aspetto realistico. Ad organizzare la mostra, dal titolo “L’isola che non s’arrende”, la Fondazione Domenico Sanfilippo Editore.

Tutto il materiale esposto è tratto dal patrimonio dell’archivio storico del giornale La Sicilia, che in quegli anni era presente sui luoghi con giornalisti e fotoreporter al seguito. Gli argomenti proposti evidenziano anche aspetti comportamentali e relazionali legati a quegli eventi, ma sempre attuali.

Sono state immortalate immagini relative al terremoto che colpì la Valle del Belice, le contestazioni studentesche del 1968, i fatti violenti del 2 dicembre ad Avola, con conseguente morte di due braccianti, ed, infine, l’attività di volontariato scolastico svolta nel quartiere di San Cristoforo a Catania. Nelle foto si “ritrova” l’umanità dei soldati ma anche dei civili che hanno operato all’unisono, tra le macerie conseguenti al sisma, per dare il proprio aiuto a chi vi era intrappolato. L’immagine “dell’ammalata trasportata in barella” ne dà testimonianza, assieme agli sguardi comunicanti un rigido silenzio di chi la porta via da lì. Il senso di solidarietà, tra coloro che erano stati colpiti dalla tragedia, si evince dalla scena in cui gli viene distribuito un pasto mentre erano disposti in un’attesa ordinata e cominciava a trapelare sul loro viso un sorriso di speranza. Poi paesaggi disarmanti in cui predomina il fango e la distruzione. Ma anche volti felici per aver restituito alla vita gli abitanti salvati ed in particolare i bambini. Gli stessi bambini che sorridono in modo ingenuo ma sincero negli scatti che ritraggono il quartiere di S. Cristoforo.

I giornali pubblicati all’epoca, come Sicilia Studenti, Periodico della gioventù studentesca, e La Sicilia, dei quali è esposta qualche copia, completano il flashback immediato, che permette il ritorno a quei momenti. I volti, poi, con i lineamenti tesi dei giovani che protestavano dinnanzi all’ingresso dell’Università di Catania comunicano altri sentimenti. Sentimenti di convinta adesione alle ideologie per cui “alzare la propria voce”, facile da immaginare e sentire grazie all’istante colto dal fotografo in cui le labbra sono aperte nell’atto di pronunciare delle parole. La concitazione di un momento, di quello relativo all’occupazione del Palazzo Centrale dell’Università, si coglie dai volti posti di profilo, in un movimento veloce. Anche l’ordine in cui versa l’aula dove il professore si rivolge ai presenti, in altra foto, colpisce per la sua veridicità. Un momento storico riportato in vita per essere, ancora oggi, ricordato e condiviso.

Fino al 30 marzo, dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20 la mostra sarà fruibile al pubblico.

Rita Messina

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