Nella chiesa San Rocco di Acireale è stata inaugurata la mostra promossa dalla diocesi dal titolo “Il volto della Rinascita” dell’artista catanese Francesco La Rosa.
Diversi sono gli interrogativi che la fruizione delle quattro opere esposte pone al visitatore. Può l’Arte trovare nuovi mezzi e canali espressivi? Può rigenerare la propria capacità di comunicare bellezza, creatività, coinvolgimento emozionale? E può farlo partendo da strumenti nuovi e tuttavia antichi?
Iniziamo dai materiali usati da Francesco La Rosa: il cuoio e i coltelli, reinventati per la tecnica del micro-carving che procede, come nell’architettura nabatea di Petra, “ a togliere” attraverso loop di microincisioni e microescavazioni, con effetti pittorici chiaroscurali dall’immediata fascinazione. E’ un nuovo capitolo dell’arte suntuaria quello percorso dall’artista siciliano, dove mezzo e referente sono eccellenze artigianali. Le pregiate lame Leatherman usate sono prodotte a Portland, in Oregon, e il cuoio di Vicenza Pelli, brand luxury italiano.
La Skin Art di La Rosa
La Skin Art diventa in La Rosa il vettore della propria ossessione per i dettagli scaturita da un approccio esclusivamente concettuale, senza nessun schizzo o lavoro preparatorio, del soggetto prescelto. Come nelle partiture mozartiane che procedono nitide, senza alcun ripensamento, le opere di Francesco La Rosa vengono “eseguite” velocemente. Dai tre/quattro giorni alle due settimane, utilizzando spesso contemporaneamente entrambe le mani. La sollecitazione è dettata dall’urgenza creativa e dalla spinta adrenalinica di non poter commettere errori su un supporto, il cuoio. Materiale che è stato vita, che continua ad essere vitale e a cui donare una proiezione nuova e imperitura.
I soggetti esposti ad Acireale sono paradigmatici della concezione artistica di Francesco La Rosa. Cioè essere testimone della contemporaneità di cui esasperare dettagli, scoprire nuove visioni, nuovi significati che impattino nell’interlocutore/osservatore.
Il realismo nelle opere di La Rosa
La scelta stilistica è il realismo quasi fotografico: i diciotto pannelli dell’Ultima Cena, omaggio al genio di Leonardo da Vinci, assemblati dopo tre mesi di lavoro per la prima volta nella chiesa di San Rocco, sono un virtuosismo esecutivo in scala 1:1 (8,8 metri in lunghezza per 4,6 metri in altezza) partito dalla figura di Cristo, punto focale dell’opera.
Serenity rinvia invece a Caravaggio, sia nella citazione dell’angelo della Natività, la celeberrima opera trafugata nel 1969 a Palermo, sia nella torsione dei corpi da cui si slancia una figura femminile, archetipo di bellezza trascendente.
L’osservazione e la restituzione maniacalmente realistica diventa drammatica attualità nella Pietà di Michelangelo: la mascherina copre il volto della Vergine mentre ormai penzola dalla mano del Figlio. Le figure sembrano emergere dal fondo nero del pellame e da esse si sprigionano infiniti frammenti di luce: simbolo di rinascita e di speranza?
I giochi di rifrazione luminosi diventano i protagonisti principali in Esplosione dell’anima. Un invito a celebrare e contemplare la Bellezza interiore, sinonimo di perfezione e milieu della tensione artistica di Francesco La Rosa.
Il volto della Rinascita. Acireale – chiesa San Rocco, Corso Umberto 82. Fino al 31 luglio, h 9 -12; 17 – 20. Chiusa il lunedì.
Katya Musmeci