Tutti riescono a realizzare delle foto ma pochi sanno cogliere quell’elemento particolare della realtà che permette di far sorgere stupore e meraviglia. La luce e l’ombra colte da una particolare inclinazione donano un tocco in più da consentire anche per un attimo una fusione intensa tra realtà, sentimento e intelligenza così da produrre un’armonia e un’infinita pace interiore a noi visitatori che ammiriamo un percorso composto da quattordici foto.
C’è un’arte della fotografia che va oltre la pura e semplice riproduzione statica della realtà, ciò avviene nell’esposizione fotografica sull’eremo di S.Anna curata da Massimo Vittorio “L’eremo dal mio punto di vista”. Queste sue opere sono l’occasione per dare voce ai propri sentimenti attraverso la riproduzione fotografica dell’ambiente circostante che conquista e coinvolge tanto quanto un discorso pronunciato su questo luogo di intensa spiritualità. Cogliere il bello nelle cose e nei luoghi in cui abitualmente si vive, significa lasciarsi raggiungere dalla realtà ancor più grande e trovare riscontro in Dio sommo Bene.
Sono quattordici foto e ciascuna di esse può essere considerata un’orma in cui si riflette un raggio di luce che i nostri occhi, assuefatti al lato materiale della cosa, non riescono a percepire. Questa esposizione dunque è un invito all’esercizio educativo per cogliere l’essenziale; il fascino delle cose non avviene solo con il vedere degli occhi ma col sentirlo intensamente con il cuore.
“L’eremo dal mio punto di vista” è la proposta a chi si accosta a questa esposizione, a sospendere l’abitudine di vedere muri ed edifici senz’anima e di provare invece a ripetere il percorso fotografico così come è stato intimamente vissuto da Massimo Vittorio.
Tutte le foto hanno il loro fascino ma ho colto in alcune di esse una particolare rilevanza artistica.
La prima è quella che io chiamo: “Riflesso nella pozzanghera”: è il riflesso di ciò che sta in alto, solo l’occhio attento riconosce il tutto nel frammento.
Un’altra foto che mi ha particolarmente colpito è la chiesa dell’Eremo tra due grossi massi. L’Eremo è ripensato e descritto come un seme che, anche se in mezzo alle rocce, è pronto per germogliare. Le foto sono tutte sono stupende, ma “Il cammino verso la luce” merita davvero una menzione particolare. Viene suggerito che ogni cammino esistenziale è un abbandonare il buio e avanzare verso la luce.
Ci auguriamo che l’opera di Massimo Vittorio possa sortire un benefico effetto sui visitatori e suscitare stupore nell’ordinarietà del quotidiano.
don Salvatore Coco
BIOGRAFIA
Massimo Vittorio, nasce a Catania nel 1975. Laureato in filosofia, autore di due pubblicazioni. Da sempre attivo nel tessuto sociale del suo paese di origine, Acitrezza, partecipando a varie associazioni locali e impegnandosi nella comunità scolastica del territorio. Appassionato di fotografia, dal 2015 cerca di sviluppare punti di vista personali e inediti per cogliere in maniera sempre diversa e curiosa tutto ciò che lo attrae e lo racconta attraverso la foto. Considera la fotografia il miglior modo per custodire i propri ricordi e consegnarli al tempo. La citazione preferita è “osservare lì dove gli altri sanno solo vedere”