Musei siciliani / I rostri riaffiorati delle Egadi

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esposizione rostri Favignana Stabilimento Florio

I rostri delle Egadi sono in mostra nel museo Ex stabilimento Florio di Favignana, insieme ad altri reperti della Battaglia delle Egadi. Fu in quest’occasione che Roma vinse su Cartagine e ottenne la supremazia nel Mediterraneo.

I rostri delle Egadi / La battaglia dei rostri

La battaglia delle Isole Egadi fu la battaglia navale conclusiva della prima guerra punica. Dopo oltre vent’anni di scontri navali e terrestri, Cartagine subì presso le isole Egadi una sconfitta pesante in termini di uomini e soprattutto di navi. Nel 241 a.c. la flotta romana sconfisse i Cartaginesi alle Egadi, iniziando così un dominio che cambiò la storia. Recentemente, una spedizione archeologica ha ritrovato i preziosi resti di quello scontro epico. La nave cartaginese, con il suo possente rostro, puntava dritta sui romani. I rematori della nave romana tiravano al massimo, per evitare lo scontro. Le navi romane erano alleggerite al massimo, ed erano supportati da soldati di marina scelti.

Per i Cartaginesi la situazione era opposta. Le navi erano cariche di materiale e quindi lente nella manovra, praticamente inservibili per la battaglia. I Cartaginesi videro rapidamente affondare le loro cinquanta navi e altre settanta furono catturate. Lo scontro navale che chiuse la Prima guerra punica, la più grande battaglia marina a memoria d’uomo per numero di partecipanti, circa 200 mila, avvenne la mattina del 10 marzo del 241 a.c. Oggi, a distanza di oltre duemila anni, se ne sono trovate le tracce. Lo scorso 24 agosto, in una ricerca coordinata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, due sub, Gian Michele Iaria e Stefano Ruia, su indicazioni di un Rov hanno recuperato alcuni elmi di quei legionari romani.

I rostri delle Egadi / Cosa sono e dove si possono ammirare

I rostri si trovano sulla prora delle antiche navi da guerra e servono per allontanare o perforare e sventrare le navi nemiche. Hanno una forma singolare con le tre punte pronte a speronare le navi nemiche: si tocca con mano una grandiosa arma di offesa, e quasi ci si sente schiacciati tra quelle punte e la nave nemica oramai sventrata. Da vicino si può anche leggere l’incisione col nome del questore che fece fondere l’uno o l’altro rostro. Insieme ai 23 rostri, sono stati recuperati oltre 30 elmi del tipo Montefortino, due spade, alcune monete e un grande numero di anfore. Insieme, sono il frutto di una grande campagna di ricerca effettuata fin di primi anni 2000. Un lavoro che si è ripetuto ogni anno con la nave Hercules, dotata delle più sofisticate tecnologie nel campo della ricerca marina ad alta profondità.

Da alcuni anni, alla ricerca puramente strumentale, si affianca l’opera di un gruppo di subacquei altofondalisti. Questi operano in sinergia con i tecnici della Rpm e della Soprintendenza, rappresentando un valore aggiunto sia in termini di efficacia che di snellimento dei tempi. I rostri della Battaglia delle Egadi sono attualmente in mostra all’Arsenale della Marina Regia di Palermo, all’interno della mostra “Sebastiano Tusa, una vita per la cultura”. Ma anche a Favignana, nella sala museale della Battaglia all’interno dell’ex Stabilimento Florio, come al Castello di Punta Troia a Marettimo e al Museo Agostino Pepoli di Trapani.

Clara Privato

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