“La traviata”, l’opera più rappresentata al mondo e la più amata e popolare di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, è stata protagonista, lo scorso 28 agosto, al teatro Antico di Taormina del cartellone di “Mythos Opera Festival”.
Andata in scena per la prima volta il 6 marzo 1853,”La traviata” fu incredibilmente un insuccesso, probabilmente a causa del tema considerato scabroso per la società di metà ‘800 e con interpreti che a detta dello stesso compositore non erano adatti fisicamente e vocalmente. Dopo una pausa di circa un anno fu riproposta al pubblico, con alcuni cambiamenti e diretta dallo stesso Verdi, e questa volta il successo arrivò. Negli anni a seguire fu rappresentata nei maggiori teatri italiani, ma con tagli e modifiche, tra cui una diversa collocazione temporale dal XIX secolo al XVIII°.
Giunto alla seconda edizione, il Mythos Opera Festival quest’anno ha posto l’attenzione sulla disabilità e, prima che Violetta e Alfredo diventassero i protagonisti del palco, ha aperto la serata il giovane Federico Santangelo, 23 anni, di Pescara, affetto da una rarissima malattia ( in tutto il mondo solo circa 10 casi) che pur non avendo la capacità di leggere e scrivere riesce a comunicare attraverso la musica. Il suo talento è stato curato grazie all’immenso amore dei suoi genitori e l’attenta cura del maestro Alessandro Di Millo che ha accompagnato il giovane nella sua applauditissima esibizione.
Lo spettacolo inizia e il pubblico viene riportato indietro nel tempo, immergendosi nella Parigi di fine ‘700, tra balli, belle dame, abiti sontuosi e galanti e ricchi signori. Ed ecco arrivare lei, Violetta Valery, interpretata dal soprano Renata Vari, solista all’Opera di Craiova in Romania. Bella, elegante, brava, non perde il suo aplomb quando qualcuno, stranamente, contesta la sua interpretazione. Alla fine sarà applaudita e osannata dal pubblico e dal direttore d’orchestra in visibilio per la sua cantante. Il direttore d’orchestra è Filippo Arlia, direttore musicale della manifestazione e direttore dell’istituto superiore di studi musicali “P.I. Tchaikovsky” di Nocera Terinese. Suo il compito di dirigere l’orchestra filarmonica della Calabria.
Grande successo personale del baritono Milo Buson che ha interpretato Giorgio Germont, padre di Alfredo, interpretato dal tenore colombiano Carlos Julio Munoz. Belle voci quelle del Coro lirico siciliano diretto dal maestro Francesco Costa e bella presenza dei danzatori Federica Rosati e Salvatore Nicolosi della scuola di danza diretta da Elisa Laviano. Regista di questa “Traviata” il rumeno Antoniu Zamfir.
Sold out di pubblico, molti gli spettatori stranieri che in queste settimane hanno ammirato le bellezze della nostra Sicilia. E se le parole del canto lirico, non facile da seguire anche per noi italiani, sarà stato quasi impossibile da capire per chi parla un’altra lingua, la musica ha saputo unire uomini e donne da varie parti del globo. Perché la musica è sicuramente uno dei mezzi più potenti per comunicare anche senza parlare. E quando Violetta esalando l’ultimo respiro fa calare il buio sul palcoscenico, una vera ovazione ripaga gli interpreti che ringraziano soddisfatti, e gli spettatori stranieri vanno via portando con sé una parte della nostra Italia, quella soave ed immortale musica del maestro Giuseppe Verdi.
Gabriella Puleo