A volte diventa difficile, in una classe di scuola media, organizzare l’allestimento di un presepe in classe.
Anche se tutti affermano con convinzione di volerlo fare, difficilmente si riesce a raccogliere il materiale necessario: manca sempre la statuina della Madonna, o di san Giuseppe, o dei Re Magi, oppure sono di dimensioni diverse, oppure ancora manca la carta roccia o quella stellata. Capita che ci siano troppe pecore, ma nessun pastore. E poi ancora non si sa mai dove farlo: su un banco è troppo piccolo, sull’armadio è troppo in alto, sulla cattedra non è possibile…
E allora che si fa, soprattutto se siamo già arrivati agli ultimissimi giorni di scuola prima della vacanze di Natale? O si rinuncia (con grande delusione di tutti), o si inventa qualcos’altro.
E l’idea di quest’anno è stata quella del “Preseposter”. Procuràti un paio di fogli di cartoncino bianco, si individuano tre-quattro bravi disegnatori per fare lo sfondo: una capanna semplicissima con un po’ di prato verde e il cielo azzurro. Nel frattempo tutti gli altri (ma proprio tutti, nessuno escluso), disegnano su altri pezzetti di cartoncino – come sanno e come vogliono – la Madonna, san Giuseppe, il bue, l’asinello, la stella cometa, i Re Magi con i cammelli, pastori vari, pecore, pecorelle, animali da cortile e, chi dice di non saper disegnare, stelle e stelline in quantità. Infine il più bravo, come premio, disegna Gesù Bambino con la mangiatoia.
A questo punto il gioco è fatto: con quattro puntine si attacca lo sfondo alla parete e con la colla si ci attaccano sopra tutte le figurine e le stelle, in una gara di gioia e di entusiasmo che coinvolge tutti, perché tutti hanno fatto qualcosa e hanno dato qualcosa, per cui quel presepe è nuovo, unico e originale, appartiene veramente a loro e li fa sentire uniti, e costituirà sicuramente un bel ricordo della scuola.
Questo è ciò che ho fatto quest’anno nelle mie due classi di seconda media, e quelli riportati sopra sono i presepi realizzati nelle due classi. Il risultato ottenuto rappresenta pure la semplicità, la genuinità e la spontaneità tipiche dei bambini e dei ragazzi, che vedono ancora il mondo senza malizia e senza falsità. E la luce che si diffonde da questi presepi è forse la stessa luce che si diffondeva più di duemila anni fa dalla capanna di Betlemme.
Nino De Maria