Un dopo-scuola per il recupero psicologico e spirituale, oltre che scolastico: ecco ciò che troveranno sotto l’albero di Natale 150 bambini di Aleppo. Un’occasione rivolta a una generazione, che molti in Siria, definiscono “dannata e non recuperabile”. “Ma per il Buon Pastore, tutto è recuperabile” dice con convinzione padre Ibrahim Sabbagh, parroco della Chiesa San Francesco nel quartiere di Azizieh, di Aleppo. Il racconto di un piccolo, grande miracolo di Natale.
E per regalo un dopo-scuola. È ciò che troveranno 150 “angioletti” di Aleppo quest’anno sotto l’albero di Natale. Non è l’unico, per la verità, si affretta a spiegare padre Ibrahim Sabbagh, parroco della Chiesa San Francesco nel quartiere di Azizieh, di Aleppo, città simbolo della guerra in Siria.
“Ce ne sono tanti ma questo è forse il migliore, il più adatto, utile e necessario perché rivolto ad una generazione che ha vissuto la guerra qui in città, assediata per oltre tre anni, e che manifesta turbamenti di tutti i tipi, una generazione che non riesce più a seguire i professori e a progredire nell’apprendimento in classe, è una generazione dannata e quindi definita come ‘non recuperabile’. Ma per il Buon Pastore, tutto è recuperabile”.
Una salda sinergia. Il progetto messo in piedi dai frati francescani della Custodia di Terra Santa prevede un dopo-scuola volto anche al recupero psicologico e spirituale, oltre che scolastico, di 150 bambini. “Di fronte alla perplessità di tanti genitori e di tante strutture scolastiche che non sanno come fare con ‘gli ultimi’ studenti, quelli che non riescono a superare gli esami – racconta padre Ibrahim – ci siamo messi in moto per un’altra missione, considerata da molti impossibile”. Nasce così una fruttuosa sinergia: “Dopo tanti passi con San Francesco, abbiamo deciso di adottare l’idea di Don Bosco, per innestare nella nostra missione qualche ramo della spiritualità ‘Don Boschina’.
Davanti al dramma di tanti bambini che necessitano un’assistenza immediata a tutti i livelli, di fronte all’impotenza delle famiglie, dei genitori, siamo intervenuti. Con l’aiuto di tanta gente di buona volontà, abbiamo raccolto fondi per finanziare un progetto di dopo-scuola per 150 bambini, quelli più colpiti dalla piaga della guerra, su un totale di 600 alunni delle scuole elementari”.
“Primi miracoli”. Il progetto è partito all’inizio dell’anno scolastico 2017-2018 e adesso proseguirà per nove mesi. “Alcuni bambini scelti hanno fatto resistenza – rivela il frate – ma poi grazie all’accoglienza di uno staff di professori, di animatori e di specialisti in diversi campi dell’educazione, il progetto ha avuto subito successo e già vediamo i primi miracoli.
Si tratta di 65 persone che si sono messe a disposizione, fra i quali 50 professori scelti con cura fra i migliori, per un accompagnamento personalizzato ai 150 bambini durante tre ore nel pomeriggio”. Un recupero “lento e faticoso”, perché “alcuni dei ragazzi, in modo particolare quindici di loro, sono così inquieti e resistenti che è difficile trattare con loro. Quando si entra nel campo personale di ogni bambino, tanta luce arriva a illuminare la vita della sua famiglia, spesso lacerata e che ha bisogno a sua volta di una guarigione”. Per 150 che vengono seguiti passo passo ce ne sono migliaia che necessiterebbero di assistenza. Ammette padre Ibrahim: “avremmo voluto fare lo stesso per migliaia e migliaia dei bambini e ragazzi di Aleppo, che hanno bisogno di essere seguiti, ma la sfida è molto più grande di noi. Coprire un bambino nel campo del dopo-scuola, provvedendo alle sue diverse necessità, costa circa 85 dollari mensili, ma il valore e il risultato del recupero di una persona valgono molto di più di questa somma”.
Un sogno grande. “Continuiamo ad avere sotto gli occhi ognuno di questi ‘angioletti’ di Aleppo. Ognuno di loro porta un sogno molto grande, tante speranze – dice il parroco -. Nonostante le tante storie tristi di questi ultimi sei anni, che lasceranno di sicuro un segno molto profondo su ogni angioletto, rimane sempre in lui la speranza di una Chiesa e di una società che anela a risorgere.
Ognuno di questi bambini è un dono dall’alto:
il ‘piccolo fratello’ per il quale Gesù ha dato la vita. Anzi, per ognuno di noi è il ‘Bimbo nato per noi’, è Gesù stesso”. Il Natale diventa così, anche in una realtà che porta i segni della guerra come Aleppo, un’occasione privilegiata per “meditare l’abbassamento di Gesù per noi, della sua presenza sulla nostra terra.
In questo tempo, che come ogni tempo è un’attesa della tua venuta, ti vogliamo amare sempre di più, amando ogni bambino che soffre in qualsiasi angolo della terra, curando ogni bambino ad Aleppo.
Guardando ognuno, guardiamo te, presente in ognuno di loro – è la preghiera di padre Ibrahim – Vogliamo accogliere la tua vita, proteggerla, promuoverla con tutto il cuore, con tutto l’intelletto creativo che ci hai dato e con tutte le forze, accogliendo, proteggendo e promuovendo la vita di ognuno di questi bambini di Aleppo. Aiutaci Gesù; aiutaci a non lasciare mai nessuno di loro senza tutta l’assistenza, la cura e l’accompagnamento dovuti. Aiutaci ad essere pronti a dare la vita per ognuno di loro, con tanto coraggio e con tanta gioia, come hanno fatto Maria e Giuseppe per te”. Buon Natale, Aleppo!
Daniele Rocchi