Natura / Un sentiero di meditazione in Val Pusteria per ripercorrere le tappe della creazione

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In Alto Adige esistono molti sentieri di meditazione. Ma quello che doveva nascere a Rodengo doveva essere diverso dagli altri. Doveva parlare a tutti, credenti e non credenti. Perché il Creato è di tutti e tutti sono chiamati a custodirlo.

Una passeggiata… sulle orme del Creatore, per ripercorrere le tappe della Creazione. È quanto propone il nuovo sentiero di meditazione realizzato nei boschi dell’altopiano di Rodengo, all’imbocco della val Pusteria, in Alto Adige, inaugurato ufficialmente domenica 23 settembre.
Come raccontare la bellezza del Creato, una bellezza che ti toglie il fiato e le parole? Attraverso il Creato stesso.
A chi affidare il compito di questo speciale racconto? Ai giovani, che hanno occhi capaci di stupirsi.
“E fu sera e fu mattina…”. Per dar vita al Sentiero della Creazione di Rodengo ci sono voluti più dei sette giorni con cui – secondo il racconto della Genesi – Dio creò il mondo. E ci sono volute molte più mani.
L’idea aleggiava nell’aria da diversi anni. Col tempo è maturata, così come sono maturate le collaborazioni tra l’associazione turistica di Rodengo, il convento di Novacella, il liceo artistico Cademia di Ortisei e il gruppo di artisti gardenesi di “Unika”.
L’associazione turistica si è rivolta al convento di Novacella che, attraverso l’allora direttore del centro biblico, Artur Schmitt, ha curato la parte teologica del progetto. In Alto Adige esistono molti sentieri di meditazione. Ma quello che doveva nascere a Rodengo doveva essere diverso dagli altri. Doveva parlare a tutti, credenti e non credenti. Perché il Creato è di tutti e tutti sono chiamati a custodirlo.
Il progetto ha da subito interessato i responsabili del liceo artistico “Cademia” di Ortisei e gli artisti di “Unika”, fiera dell’arte gardenese. I giovani di “Cademia” hanno elaborato le idee dei soggetti che avrebbero dovuto “raccontare” l’opera del Creatore. Una giuria ha quindi scelto gli otto migliori lavori, che sono divenuti realtà grazie agli artisti di “Unika”.
Il sentiero prende le mosse poco sopra il parcheggio Zumis e si snoda attraverso i boschi e i prati dell’altopiano. Seguendo il racconto della Genesi, la prima tappa racconta la creazione del cielo e della terra e la separazione della luce dalle tenebre.
“Dio disse: sia la luce. E la luce fu”.
Parole, quelle della Genesi, che prendono vita guardando attraverso il grande “cono” in acciaio posto all’inizio del sentiero, da cui prendono vita decine di foglie. L’opera è stata ideata e realizzata da Filip Moroder Doss e Rita Pöll.
Poco più in là, immerso nell’ombra del bosco il progetto di Matthias Kostner e Mirko Pitscheider: un nastro di acciaio cortan, in cui – come in un grande abbraccio – il cielo si rispecchia sulla terra.
Genesi ci racconta che nel secondo giorno Dio creò il firmamento e la volta celeste. Anche in questo caso è l’acciaio cortan, che “abbraccia” simbolicamente la terra raffigurata da un grande masso in pietra. L’idea porta la firma di Thomas Comploi e di Silvia De Giorgi.
Pietra e acciaio ritornano anche nella terza stazione, posta sul limitare del bosco, e dedicata al racconto della creazione delle piante e degli alberi. A realizzare questa terza opera sono stati Giovanni Demetz e Judith Röck.
Genesi ci racconta, quindi, che nel quarto giorno Dio disse: “Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il girono dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra” (Gn 1,14-15).
A dare forma al racconto biblico sono stati in questo caso Thomas Comploi e Hanna Pitscheider, che con pietra e acciaio hanno ricostruito una sorta di sistema solare, che il visitatore può fermarsi a contemplare, seduto su una panchina.
“Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo”, disse Dio nel quinto giorno della Creazione (Gn 1,20). Ed è proprio quello che fa la singolare creatura, a metà tra uccello e pesce, che da uno spuntone di roccia tende il becco verso il cielo. A idearla e realizzarla sono stati Matthias Kostner, Thomas Comploi e Mirko Pitscheider.
Il racconto della creazione dell’uomo e della donna, nel sesto giorno, è sicuramente una delle tappe più suggestive dell’intero percorso: plasmate dalla terra – da cui escono fuori in una sorta di slow motion – ecco apparire al visitatore le figure di un uomo e di una donna intrecciate in un dinamico abbraccio. Il progetto è, in questo caso, di Filip Moroder Doss e Silvia De Giorgi.
“Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto” (Gn 2,2). Sembra quasi di vederlo, Dio, contemplare la sua opera, seduto sulla panchina realizzata da Matthias Kostner e Hanna Pitscheider, nelle immediate vicinanze della chiesetta dedicata ai santi Bartolomeo e Chiara.
Una cappella particolare, quella con cui si conclude il Sentiero della Creazione di Rodengo. Non solo perché, col suo tipico stile di chiesetta di montagna, è immersa nel silenzio delle bellezze dell’altopiano.
La sua storia risale al 2002, quando venne costruita nello stesso luogo dove, già in passato, esisteva una chiesa. A benedire in quell’occasione la prima pietra fu l’allora card. Ratzinger – divenuto qualche anno più tardi Papa Benedetto XVI – che si trovava a Bressanone per trascorrere le sue vacanze estive.

Irene Argentiero

 

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