Naufraga la SuperLega: il pallone rotola ancora

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Mario Draghi SuperLega
Si è sciolto come neve al Sole, nel giro di pochi giorni, l’annuncio di una fantomatica SuperLega europea di “eletti” senza meriti sul campo. Decisiva la sollevazione di tifosi e, di conseguenza, soprattutto di sponsor e politici. Ma i problemi restano.

Naufraga la SuperLega: il pallone rotola ancora: le reazioni immediate

Sebbene formalmente esista ancora una lista di 12 componenti della Superlega dalla quale queste non si siano ancora giuridicamente sfilate, il progetto è stato sostanzialmente ritirato sul nascere. Dopo il comunicato di mezzanotte del quale avevamo subito dato conto la scorsa settimana, la fantasmagorica idea è durata circa 48 ore. Ma andiamo con ordine. In primis, ha perso i pezzi a causa di una sollevazione popolare che ha preso corpo in particolare nel Regno Unito, cavalcata immancabilmente da Boris Johnson. Se alla domenica notte della settimana scorsa erano ben sei le compagini della Premier League “iscritte” alla nuova confraternita elitaria del Pallone 4.0, nel giro di due giorni rimanevano sì e no una e mezzo, con tanto di mortificate scuse.

Il pallone sarà sporco, ma rotola ancora

Emblematici i casi del Chelsea e del Liverpool. Nei pressi dello stadio “Stamford Bridge” erano stati migliaia, in poche ore, i tifosi a protestare contro “la morte del loro club”. Come del resto davanti al mitico Anfield Road, dove i giocatori dei Reds hanno scritto congiuntamente la loro contrarietà alla SuperLega insieme ai tifosi, con un certo esemplare coraggio anche sul piano professionale. Le due società hanno subito ritrattato, vedendosi poi seguite da altre. A prendere posizione bocciando la proposta erano stati, oltre a tutte le federazioni calcistiche nazionali, tifosi e leader politici tra cui Macron, Draghi e Letta. Nel nostro Paese non ci si ribella neanche se si armano di bombe i terroristi in Medio Oriente, ma si sa che…

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