Naufragio / Save the Children: “L’Europa non stia più a guardare”. Troppi minori coinvolti in questo pericoloso esodo

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Sempre peggiori le condizioni dei barconi e la violenza dei trafficanti che costringono i migranti a salpare anche in pessime condizioni metereologi. Save the Children chiede, con un comunicato stampa,  un vertice d’emergenza europeo, in cui si prendano decisioni concrete e immediatamente operative

“Non possiamo più stare a guardare mentre centinaia di persone perdono la propria vita inseguendo una speranza: quella di trovare una vita migliore lontani da guerre, dittature e povertà”, ha affermato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, commentando le prime notizie circolate sul naufragio che sarebbe avvenuto poche ore fa e in cui, secondo quanto riportato dai media,  sarebbero morte circa 700 persone. “In base alla percentuale di minori arrivati degli ultimi sbarchi, stimiamo che ci fossero anche molti bambini e ragazzi tra di loro”.

“Non possiamo far finta di niente: il crescente numero dei morti in mare pone, non solo all’Italia, ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi Membri, il dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far fronte a questa situazione che è destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi. Chiediamo pertanto un vertice europeo urgente in cui si prendano decisioni concrete e immediatamente operative.”

Inoltre, sempre peggiori sono le condizioni dei barconi, il loro sovraffollamento e la violenza dei trafficanti nei confronti dei migranti, costretti spesso a partire a prescindere dalle condizioni meteorologiche del mare. Alcuni bambini arrivati di recente hanno infatti raccontato agli operatori di Save the Children che i trafficanti sparavano contro la loro barca costringendoli a partire.

Per quanto riguarda i superstiti del naufragio, è necessario garantire loro tutto il sostegno indispensabile a fronte della tragedia che hanno vissuto. Fondamentale pertanto, secondo Save the Children, è garantire un sistema di accoglienza in grado di rispondere ai bisogni essenziali di tutti i migranti in arrivo e, in particolare, dei più vulnerabili, tra i quali i minori non accompagnati e i nuclei familiari con bambini.”

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