Fabio Rocchi, amministratore di www.ospitalitareligiosa.it, fa appello a oltre tremila strutture per ospitare gratuitamente chi è in difficoltà. Monsignor Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei: “Per l’Anno giubilare si chiede alle strutture ricettive un’ospitalità contenuta nei costi ma anche gratuita per chi non può permettersela”
Garanti diocesi e parrocchie. “Diocesi e parrocchie – chiarisce Rocchi – individueranno i beneficiari di questo gesto tra i casi ‘particolari’ che seguono costantemente, mentre le strutture metteranno ognuna a disposizione per un periodo concordato una o più camere destinate a quest’opera di misericordia. Sarà un nuovo modo di vivere concretamente lo spirito del Giubileo, in linea con i più recenti appelli di Papa Francesco”. Il portale “raccoglierà da tutte le strutture le disponibilità e le pubblicizzerà. La diocesi o la parrocchia che conosce il caso particolare della persona o della famiglia in difficoltà – afferma l’amministratore del sito – la indirizza nella struttura idonea. In questa iniziativa, faranno, dunque, da garanti proprio la diocesi e la parrocchia per evitare che approfittino dell’occasione persone che non ne avrebbero diritto. Le strutture accoglieranno le persone in questione come tutti gli altri ospiti, con la differenza che non pagheranno”. Entro fine settembre “sarà pronto un regolamento dell’iniziativa. Solo allora si chiederà la disponibilità alle strutture. Per l’intero mese di ottobre acquisiremo le disponibilità e a inizio novembre daremo il via all’operazione sul portale: da quel momento le diocesi e le parrocchie, avvisate da noi, potranno cominciare a consultare il portale per individuare i periodi e i luoghi dove far ospitare le persone bisognose”.Tutto su base volontaria. Sono di due tipi le strutture a cui l’iniziativa si rivolge. “La prima – precisa Rocchi – è la struttura di proprietà religiosa che viene destinata all’ospitalità: c’è la casa per ferie come il convento di montagna. Poi ci sono le strutture laiche specializzate nel turismo religioso e nell’accoglienza dei gruppi religiosi: ad esempio, a Loreto e Assisi ci sono degli hotel che lavorano in questo settore. Anche a questi alberghi ‘laici’, che sono comunque sensibili al turismo religioso, chiederemo una stanza per una o più settimane”. Ovviamente, sottolinea, “tutto è su base volontaria. Vedremo quale sarà la risposta. Al momento è difficile dirlo, ma già all’annuncio dell’iniziativa qualche struttura subito si è proposta”.
Sensibilità per l’ambiente. In occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, ospitalitareligiosa.it ha proposto un questionario sulla raccolta differenziata, gli avvisi per il risparmio energetico nelle camere, l’utilizzo di cibo biologico o a chilometro zero, l’uso di detersivi non inquinanti. “Rispetto alle strutture alberghiere ‘laiche’ sono emersi dati più confortanti – sostiene Rocchi -: il 76% delle strutture fa la raccolta differenziata, più del 50% usa alimenti biologici, più del 55% utilizza cibi a chilometro zero. Insomma, si nota una certa sensibilità verso le tematiche del rispetto dell’ambiente”.
Allargare l’orizzonte anche ai profughi. “Ci saranno in contemporanea tre portali che indicano nelle strutture ricettive della Chiesa un’accoglienza a tutto campo: hospites.it, ospitalitareligiosa.it e un terzo è in fase di progettazione. Attraverso questi portali si vuole caratterizzare questa offerta di ospitalità, nel periodo giubilare, con il termine di misericordioso, che significa attenzione a categorie di persone che altrimenti potrebbero essere tagliate fuori dai flussi dei pellegrini”, dichiara monsignor Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei. “Per l’Anno giubilare – continua – si chiede alle strutture ricettive un’ospitalità contenuta nei costi ma anche gratuita per chi non può permettersela. Si tratta di ospitalità di vario genere, che mostra un’attenzione, ad esempio, al mondo dei disabili e alle famiglie numerose”. Nello stesso tempo, avverte il direttore dell’Ufficio Cei, “l’appello del Papa di domenica scorsa all’Angelus ci ha offerto l’occasione di allargare l’orizzonte dell’iniziativa non solo ai pellegrini che giungono a Roma per l’Anno Santo, ma anche nei confronti dei profughi che si stanno riversando nelle nostre terre e in tutta Europa”. A questo proposito monsignor Lusek annuncia: “Martedì 15 settembre abbiamo convocato una riunione tra tutti coloro che si occupano del coordinamento nazionale di case per ferie cattoliche per dare una risposta concreta e cominciare a mappare quelle realtà ecclesiali – sia delle congregazioni religiose sia delle diocesi – che potranno essere messe a disposizione per l’accoglienza dei profughi”.
Gigliola Alfaro