“L’Infinito nel cuore”, con il sottotitolo Dialoghi sulla spiritualità, è il testo che mons. Antonino Raspanti, vescovo della nostra Diocesi, ha recentemente pubblicato e che si presenta sotto forma di dialogo, di racconto autobiografico che, su questioni di spiritualità, è stato sapientemente curato dal giornalista Baldo Carollo.
Il testo è stato presentato, in presenza dell’autore, nel corso di una conferenza nella Cattedrale di Acireale, relatori la prof.ssa Marinella Sciuto (Presidente diocesana MEIC), il prof. Pietro Barcellona ed il curatore.
Introducendo la tematica della conferenza, alla presenza di un pubblico numeroso e particolarmente interessato, la prof.ssa Sciuto ha sottolineato l’importanza che nella vita di mons. Raspanti ha avuto il silenzio, in cui, infatti, egli scoprì la prima impronta di Dio Padre nel suo animo. Nel silenzio, mons. Raspanti ha riconosciuto la strada che, fatta di necessità, di umiltà e di dolcezza, egli si è proposto di percorrere, secondo il divino volere; nelle sue varie articolazioni, il testo offre un percorso complessivo di riflessione, di dialogo, di condivisione, per riconoscerci debitori gli uni verso gli altri.
Nel proprio intervento, il prof. Barcellona ha evidenziato come scrivere non sia da considerarsi atto di superbia e, nel caso in questione, esprima un sentire, un pensare personale. Riguardo al rapporto tra lo scrivere e la teologia, la scelta di fare teologia attraverso il racconto deve farci riflettere, soprattutto considerando come, al giorno d’oggi, ci si debba rivolgere particolarmente ai giovani. Se scrivere significa ovviamente fare uso di parole, la parola può costituire un’arma a doppio taglio; le parole, infatti, sono uno dei passaggi decisivi della crescita di ciascun uomo. La parola è vera se introduce ad una sensazione effettiva; la ‘Parola’ per eccellenza è il Verbo divino che in Gesù Cristo si incarna nella storia dell’umanità, creando una evidente discontinuità. Ma come si fa a farsi penetrare dalla Parola di Dio se l’animo è disturbato da altre realtà? Ecco, dunque, il ruolo fondamentale del silenzio, che mette da parte il soggetto, l’io, il protagonismo; esso non è un niente privo di significato, ma è predisporsi attentamente, nella comunione dei sensi, all’ascolto di chi parla al nostro cuore.
Il curatore ha evidenziato come il testo raccolga la testimonianza autobiografica del teologo mons. Raspanti, con un percorso che, attraverso la tradizione culturale teologica, si rivolge a ciascun essere umano, con tutti i problemi della vita di ogni giorno. In tal senso, assume un’importanza fondamentale il rapporto tra parola e silenzio. Nel silenzio, talvolta, può sembrare che la presunta assenza di Dio esponga inevitabilmente l’uomo a diverse tentazioni, con le quali anche Gesù, nel silenzio del deserto, si è misurato, superandole proprio attraverso la piena fiducia nella presenza del Padre Celeste. Nel silenzio, Dio ci invita a metterci all’ascolto della sua Parola.
Nando Costarelli