Lo stemma episcopale – come da tradizione araldica ecclesiastica – è composto da uno scudo, da una croce astile a un braccio traverso, posta verticalmente dietro lo scudo, da un cappello prelatizio, detto galero, con cordoni a dodici fiocchi pendenti, sei per ciascun lato, di colore verde e da un cartiglio inferiore recante il motto.
Il motto scelto da mons. Guglielmo Giombanco è costituito dalle parole “Virtute Evangelii iuvenescere” (Ringiovanire con la forza del Vangelo). Si tratta di un’espressione tratta dal n. 4 della Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa Lumen Gentium in cui si legge: «Con la forza del vangelo (lo Spirito) fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo». È lo Spirito Santo, infatti, che attraverso la luce Vangelo guida ed edifica la Chiesa lungo il corso della storia.
Nel suo stemma ogni vescovo intende offrire un programma sintetico del proprio ministero apostolico. Per questa ragione al centro dello stemma di mons. Gombanco è posto il libro dei Vangeli aperto, su cui sono incise le lettere maiuscole dell’alfabeto greco A (alfa) e Ω (omega), di colore rosso, un chiaro richiamo alla memoria Christi, principio e fine di tutte le cose, il Primo e l’Ultimo, il Vivente (secondo quanto si legge in Apocalisse 1,8). L’uso dell’oro, il metallo più nobile, intende evocare non solo la regalità di Cristo, Signore del tempo e della storia, ma anche la prima delle virtù teologali, la fede, poiché è grazie al dono della fede, che nasce dall’ascolto, che possiamo comprendere pienamente e accogliere con cuore aperto il messaggio d’amore contenuto nella buona novella del Regno. Il libro dei Vangeli, poi, emerge da uno sfondo azzurro, simbolo sia del desiderio di infinito e di eternità iscritto nel cuore dell’uomo. La presenza, nel cantone destro dello scudo, della colomba dello Spirito Santo, ricorda, che è il Paraclito a rivelarci il volto di Cristo. Nel cantone sinistro dello scudo – accollato da una croce astile trilobata in oro, caricata in cuore da una gemma d’azzurro – è raffigurata una stella, uno dei simboli mariani più amati e presenti nelle raffigurazioni della Madre di Dio. La Beata Vergine Maria è Colei che con il suo sì ha accolto nel suo cuore e nel suo grembo il Verbo eterno di Dio; è Colei che si è fatta voce dell’attesa dei popoli e che all’annuncio dell’angelo ha manifestato la gioia messianica e l’esultanza del resto di Israele. È Colei, infine, che ha magnificato il Signore ed ha esultato in Dio suo Salvatore, per le grandi opere da Lui compiute nella storia della salvezza. A Lei e alla Sua materna intercessione il nuovo vescovo consegna, quindi, il cammino del popolo a lui affidato e il suo stesso ministero, nella gioiosa speranza di ottenere un giorno la corona di giustizia che Dio, giusto giudice, consegnerà a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
Guido Leonardi