A fronte del colpo di Stato che il 26 luglio 2023 ha interessato il Niger, ci si chiede se e in quale misura l’Italia potrebbe esserne coinvolta nelle conseguenze. Attualmente sono 350 i soldati italiani inviati in missione, con lo scopo di addestrare l’esercito nigerino. Senza contare che il Niger è un fondamentale punto di passaggio per i migranti diretti all’isola di Lampedusa. E che rientra nel Piano Mattei pensato da Giorgia Meloni per il rilancio dei Paesi africani. Alla luce di ciò, appaiono altamente legittimi gli interrogativi relativi agli eventuali risvolti per il nostro Paese.
Niger / Il colpo di Stato e i suoi sostenitori
Guida e protagonista del colpo di Stato in Niger è Abdourahamane Tchiani, comandante della guardia presidenziale dal 2011 e ora autoproclamatosi “presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria”. È lui ad aver guidato i golpisti nell’estromissione del presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum. Nominato nel marzo 2021, Bazoum è stato il risultato vincente delle prime elezioni libere, democratiche e riconosciute a livello internazionale del Niger postcoloniale. Lo Stato africano ha infatti ottenuto l’indipendenza dalla Francia solo nel 1960.
Stando alla dichiarazione rilasciata da Tchiani in un discorso radiofonico, il golpe sarebbe stato organizzato con l’assistenza della guardia presidenziale. L’azione di accerchiamento del palazzo del presidente e di altri ministeri nella capitale Niamey si ricondurrebbe dunque a questa collaborazione. Tappa finale del tentato rovesciamento, è stato il sequestro dello stesso Bazoum. Tuttavia, ancora non è stato accennato nulla riguardo alla formalizzazione di un’eventuale collaborazione tra Tchiani e la Guardia presidenziale.
Le incognite riguardano piuttosto il potenziale rapporto tra Tchiani e l’esercito regolare del Paese. L’esercito nigerino ha sempre manifestato la propria lealtà a Bazoum. A dimostrazione di questa fedeltà, alcune persone che avevano parlato con il presidente la sera del colpo di Stato hanno riferito della sua speranza che l’esercito venisse in suo soccorso. Obbligando i rivoltosi a desistere.
Ma il capo dell’esercito Abdou Sidikou Issa ha dichiarato l’aperto sostegno dell’esercito regolare al rovesciamento. Il motivo di questa posizione, stando alle parole di Issa, sarebbe stata la necessità di “evitare un bagno di sangue” tra le diverse forze armate dello Stato.
Niger / Le ragioni del colpo di Stato
Secondo quanto riportato, le ragioni dichiarate sembrerebbero legate ad una discutibile politica di sicurezza adottata dal presidente nigerino. In particolare, ad essere ritenuta debole è stata la sua linea di lotta contro il terrorismo regionale. Secondo Tchiani, il Paese doveva cambiare rotta per evitare “una graduale e inevitabile scomparsa“. Secondo alcuni esperti, il colpo di Stato potrebbe essere stato ideato dalla stessa guardia presidenziale. Infatti, sembra che l’influenza dell’unità d’élite dell’esercito nigerino abbia subìto recenti tentativi di riduzione da parte di Bazoum. Che, in questo modo, avrebbe perso supporto dai (presunti) autori del golpe.
Niger / Quali sono state le reazioni nel Paese
Con grande velocità, il golpe ha messo in moto un meccanismo di reazioni a catena. Immediatamente, i sostenitori del Putsch e quelli di Bazoum hanno dato vita a grandi manifestazioni. Tra i primi, in particolare, qualcuno ha palesato il suo appoggio saccheggiando e dando fuoco alla sede del partito di governo nella capitale Niamey. Invece i sostenitori del presidente estromesso sono scesi in strada a protestare. Anche se subito fermati a colpi di arma da fuoco dalla Guardia presidenziale.
In particolare, alcuni cittadini nigerini sono andati in piazza al grido di “No al colpo di Stato!” Altri, invece, hanno sventolato bandiere russe, facendo pensare ad un possibile coinvolgimento della Russia e del gruppo Wagner. Quest’ultima, infatti, ha fatto guadagnare influenza alla superpotenza russa grazie alla sua influenza in Mali e in Burkina Faso. Dove, recentemente, sono stati rovesciati i rispettivi governi. Come conseguenza, le forze occidentali impegnate in questi territori nella lotta contro il terrorismo jihadista, si sono ritirate.
Niger / La Russia è coinvolta?
In realtà, non ci sono ancora prove certe di un effettivo coinvolgimento della Russia in quanto accaduto in Niger. Anche se, in effetti, alla richiesta ri sostegno internazionale da parte di Tchiani, il gruppo mercenario russo ha esaustivamente risposto. Il fondatore della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha infatti rilasciato un’intervista al media africano Afrique Media. Pubblicata online, nell’intervista Prigozhin si sarebbe detto pronto a rafforzare la presenza del battaglione nel continente. “Non stiamo riducendo, – ha affermato – anzi siamo pronti ad aumentare i nostri vari contingenti”.
L’intervista telefonica è stata poi pubblicata su Youtube. Tuttavia, l’agenzia di stampa Reuteurs non ha potuto verificare la veridicità dell’audio. Ma è certo che si sentiva una voce che sembra essere quella di Prigozhin, sotto una traduzione francese. Il capo della Wagner ha inoltre confermato di star adempiendo a tutti i suoi obblighi in Africa. Dimostrandosi pronto a sviluppare ulteriormente le relazioni con i Paesi africani.
Niger / Colpo di Stato e reazioni dell’Occidente: la condanna della Francia
La condanna al colpo di Stato è unanime a livello internazionale. Usa, Francia e Ue temono infatti che il golpe avvantaggi la Russia e la Cina. In effetti, il Niger è sempre stato un partner fondamentale dell’Occidente nella lotta contro il terrorismo jihadista, Mosca e Pechino. Ora, però, la situazione potrebbe cambiare. Anche se, stando alle prime dichiarazioni dei partecipanti al colpo, lo Stato vorrebbe mantenere fede agli impegni assunti con la comunità internazionale. Una volontà contraddittoria, considerando che proviene da chi ha appena tolto il potere ad un presidente democraticamente eletto.
I militari nigerini, sostenitori del rovesciamento, accusano in particolare la Francia di voler intervenire militarmente per restituire il potere a Bazoum. Emmanuel Macron, aveva già richiesto la liberazione del presidente e il ripristino dell’ordine costituzionale. “Questo colpo di Stato è perfettamente illegittimo e profondamente pericoloso per i nigerini, per il Niger e per tutta la regione”. Questa la dichiarazione di Macron, durante una conferenza stampa in Papua Nuova Guinea. Al fianco del primo ministro James Marape.
Il presidente francese ha poi annunciato di star lavorando con altri leader, nella regione africana del Sahel, per difendere la democrazia. Così, lo scorso 30 luglio, migliaia di persone hanno assaltato l’ambasciata francese in Niger. Inneggiando alla Russia e a Putin. Mentre i golpisti hanno interrotto l’esportazione di oro e di uranio verso il territorio francese. Decisione importante, poichè il 50% dell’uranio estratto nel Paese è destinato all’alimentazione delle centrali nucleari della Francia. Inoltre, il 24% dell’uranio importato dall’Unione dei Paesi europei proviene dal Niger.
Niger / Colpo di Stato e reazioni dell’Occidente: la condanna dell’UE e degli USA
A dichiarare la netta presa di posizione di Bruxelles rispetto alla questione, è stato invece Josep Borrell. “L’Unione europea si associa alle ferme condanne espresse dai Capi di Stato della subregione contro l’inaccettabile colpo di Stato compiuto in Niger. Il presidente Bazoum, democraticamente eletto, resta l’unico Capo di Stato in Niger. Qualsiasi autorità diversa dalla sua non può essere riconosciuta. Deve riconquistare, senza indugio e senza condizioni, la libertà e la pienezza del suo alto incarico” Si è espresso così l’Alto rappresentante dell’UE per la PESC (Politica Estera e di Sicurezza).
A riprova di quanto detto, Borrell ha concluso dicendo che “L’Unione europea sostiene tutte le misure adottate dall’Ecowas in risposta a questo colpo di Stato. E le appoggerà rapidamente e con determinazione. L’Unione europea contesta ogni accusa di ingerenza straniera. È importante che la volontà del popolo del Niger, espressa dai voti, sia rispettata. Riteniamo i golpisti responsabili di qualsiasi attacco a civili, personale diplomatico o strutture”
A farsi sentire, è stata anche la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. In suo tweet, ha evidenziato i rapporti di lunga data tra il Niger e l’Unione Europea, esprimendo il timore che questi legami possano ora essere messi a rischio. Inoltre, la Germania ha sospeso gli aiuti finanziari e la Cooperazione per lo sviluppo economico. Anche Washington segue la stessa via. “Gli Stati Uniti sostengono l’Ecowas nel difendere l’ordine costituzionale in Niger. Il governo legittimo e democraticamente eletto deve essere immediatamente reintegrato” Ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken.
Niger / Colpo di Stato e possibili conseguenze per l’Italia
I rapporti tra l’Italia e il Niger non sono per nulla deboli. Infatti, solo recentemente il nostro Paese aveva rilanciato la sua presenza in continente africano. Privilegiando quella militare, in parte in chiave antimmigrazione. L’obiettivo: fermare i flussi alle porte della Libia. Attualmente, sono 350 i soldati incaricati di addestrare l’esercito nigerino. Ma, rispetto a questo, la Farnesina si è espressa con sicurezza.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha infatti rassicurato sui nostri connazionali presenti nel Paese. “Gli italiani in Niger sono poco meno di cento e non corrono alcun pericolo. La Farnesina li segue uno per uno, sono in sicurezza”. Sicuramente, però, questa situazione avrà ripercussioni su un possibile rafforzamento del fenomeno migratorio. Irrobustimento che non riguarderebbe soltanto i cittadini nigerini. Poichè il Niger rappresenta un punto strategico di passaggio per i migranti africani che puntano a Lampedusa.
Anche dal punto di vista economico potrebbero esserci conseguenze. L’Italia, infatti, esporta in Niger articoli di abbigliamento, macchinari per impieghi generali e speciali, e beni alimentari. D’altra parte, il Niger fornisce all’Italia componenti per il settore automobilistico e per l’industria aerospaziale. Nel 2021, l’interscambio economico tra i due Paesi si è attestato attorno ai 25 milioni di euro.
Infine, nel 2018 l’Italia ha avviato la missione bilaterale di supporto alla Repubblica del Niger (MISIN). Con area geografica di intervento allargata anche a Mauritania, Nigeria e Benin. Lo scopo è quello di incrementare le capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza. Attraverso uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel.
Roberta Lazzaro