Non ci può essere vita senza pace

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È finito un anno, uno nuovo ne è cominciato. Abbiamo vissuto, e goduto, giustamente, delle festività di fine anno. Però ci è sfuggito che il 1° Gennaio non è soltanto l’inizio del nuovo anno, è anche la Giornata Mondiale della Pace. Un’altra giornata, altrettanto importante e ricca di significato, ci attende.

La prima domenica di Febbraio sarà, come da tradizione, la Giornata Nazionale per la Vita: la 34ª. Pace e Vita, un binomio indissolubile. Non ci può essere vita senza pace ma, parafrasando, non ci può essere pace senza vita. E non sembri assurdo. Se al termine vita attribuiamo, oltre al suo intrinseco ed elementare significato di presenza fisica degli esseri umani, anche il significato profondo di godimento dei beni donatici dal Creatore, di rispetto ed accoglienza dell’indifeso per eccellenza: il concepito non ancora nato, allora potremo capire meglio la cita indissolubilità dei due termini. Per le due giornate la Chiesa cattolica ci regala ogni anno due messaggi che se seguiti con la dovuta attenzione possono essere guida al nostro vivere quotidiano.

Per la 45ª Giornata della Pace è direttamente il Santo Padre a fornirci le indicazioni per il nostro cammino. Benedetto XVI così scrive “Vorrei presentare il Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace in una prospettiva educativa: «Educare i giovani alla giustizia e alla pace», nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo. Il mio Messaggio si rivolge anche ai genitori, alle famiglie, a tutte le componenti educative, formative, come pure ai responsabili nei vari ambiti della vita religiosa, sociale, politica, economica, culturale e della comunicazione. Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace. Si tratta di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene. È un compito, questo, in cui tutti siamo impegnati in prima persona”. Al suggerimento del Papa “di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita” fa eco il messaggio del Consiglio Episcopale Permanente dove i Vescovi scrivono “I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti –creati e manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni– che tendono a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esistenza. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati proficuamente per testimoniare una cultura della vita. Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vita”. Sono due messaggi, relativi a due materie diverse, dove gli autori si rivolgono prevalentemente ai giovani. E non è certo soltanto per deferenza verso il Pastore che i vescovi chiamano in causa i giovani. Sono loro il futuro dell’umanità e sono proprio loro che “esprimono il desiderio di poter guardare con speranza fondata verso il futuro”.

Leonardo Sorrentino