Note storiche sulla Solennità del Corpus Domini

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Quella del “Corpus Domini” è una delle principali festività del calendario liturgico della Chiesa Cattolica. Celebrata per la prima volta su iniziativa di una suora belga nel 1246 e, successivamente, approvata dal vescovo di Liegi, limitatamente alla sua diocesi, la solennità venne ufficialmente istituita ed estesa a tutta la Cristianità l’11 agosto 1264 da papa Urbano IV con la Bolla Transiturus de hoc mundo. Ciò avvenne, almeno secondo la tradizione, a seguito del cosiddetto “miracolo di Bolsena”.

il miracolo di Bolsena (miniatura)

Nella cittadina laziale, un giorno imprecisato dell’anno 1263, accadde che il sacerdote Pietro da Praga, mentre celebrava la Santa Messa, fosse dubbioso circa la reale presenza di Gesù nell’Eucaristia. Al frazionare l’ostia, questa si trasformò in carne sanguinante e macchiò il corporale, che ancora oggi è custodito come preziosa reliquia presso il Duomo di Orvieto (in provincia di Terni). Il tempio venne edificato proprio a ricordo del miracolo. Ad Orvieto, infatti, si trovava il Papa quando venne informato dell’accaduto dal vescovo Giacomo; da allora, ogni anno il corporale del miracolo di Bolsena, racchiuso in un prezioso reliquiario, viene portato in processione per le strade della città.

La storia annovera numerosi altri episodi prodigiosi, conosciuti col nome di “miracoli eucaristici”. Il primo di cui si abbia notizia è quello di Lanciano, in Abruzzo (VIII sec.). Anche in quel caso il celebrante, un monaco basiliano, nutriva dei dubbi sulla transustanziazione. Dopo la consacrazione vide l’ostia trasformarsi in carne e il vino in cinque grumi di sangue. Le reliquie del miracolo, oggi conservate nella basilica di San Francesco, sono state sottoposte ad indagine scientifica nell’inverno 1970-71 e nel 1981: gli esami hanno determinato che l’ostia è costituita da vera carne umana, precisamente da tessuto miocardico, e parimenti il sangue è vero sangue umano di gruppo AB (lo stesso della Sindone).

Un altro famoso miracolo eucaristico è quello di Torino, avvenuto il 9 giugno 1453: dopo che un ostensorio con il Santissimo Sacramento venne trafugato, insieme ad altri oggetti sacri, dalla chiesa della cittadina piemontese di Exilles, la tradizione racconta che l’ostia consacrata sia stata recuperata in modo prodigioso proprio a Torino, dove era stato portato il materiale rubato per essere venduto e dove attualmente la reliquia è conservata, nella basilica del Corpus Domini.

La popolarità della festa – più propriamente denominata “Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo” – si incrementò grazie al Concilio di Trento (sec. XVI), a seguito del quale si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa.

Se nella solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine, donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l’attenzione si sposta sull’intima relazione esistente fra l’Eucaristia e la Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico.

Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, presente nell’Eucaristia in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

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