Notte nazionale del Liceo classico 2 / Il “Gulli e Pennisi” di Acireale, luogo-simbolo di cultura, animato per una notte dal “Dionisismo”

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Una danza dionisiaca

Il Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale si afferma sempre più come luogo-simbolo di cultura della nostra città, uno dei pochi rimasti a fare da punto di riferimento in tal senso ed in grado di proporre, organizzare e gestire eventi culturali di portata nazionale e, forse, anche internazionale.

È quello che ha dimostrato in occasione della quinta edizione della “Notte del Liceo classico” svoltasi lo scorso 11 gennaio, in cui in posizione di capofila ha dato il “la” agli altri 432 istituti che hanno aderito all’iniziativa su tutto il territorio nazionale. L’idea, partita qualche anno fa da una semplice attività di “open day” – come quelle che fanno tutte le scuole in questo periodo per farsi conoscere e attirare iscrizioni – ha suscitato interessi e consensi tali da indurre l’ideatore, un “semplice” professore di latino e greco, Rocco Schembra, ad estendere l’idea ad altri istituti, pensando di creare una piccola rete locale di licei; ma la sua idea venne accolta, fin da subito, da ben 150 scuole, e non solo a livello locale. A poco a poco, un anno dopo l’altro, il numero degli aderenti è cresciuto sempre più, fino ad arrivare ai 433 di quest’anno. Non solo: a un certo punto la cosa piacque anche a qualcuno del Ministero, che così diede il proprio patrocinio; e quest’anno pure la Rai si ci è buttata a capofitto, intervistando il prof. Schembra, mandando servizi in abbondanza sulle varie reti nazionali e regionali e facendo la diretta sui canali tematici Rai Scuola e Rai Cultura da uno dei più prestigiosi licei romani, il “Giulio Cesare”. Ma non finisce qui, perché il prof. Rocco Schembra si prepara al “salto internazionale” e nel prossimo mese di febbraio si recherà ad Atene per coinvolgere nella Notte del Liceo anche gli istituti di quella che è stata la patria della cultura classica.

Danza dionisiaca

Ma tornando al Liceo acese e alla notte ivi celebrata, abbiamo avuto modo di assistere a spettacoli, organizzati in stretta collaborazione tra docenti ed alunni, in cui i veri protagonisti sono stati gli alunni stessi, i quali hanno messo in campo le competenze acquisite a scuola, ma anche quelle possedute individualmente: abbiamo visto quindi ragazzi e ragazze che danzavano, suonavano il piano la chitarra e strumenti d’ogni genere, che cantavano canzoni rock ma anche brani d’opera lirica, che recitavano in francese in inglese in latino in greco. Il tutto con la stessa naturalezza e semplicità con cui tutti i giorni ti parlano dei loro problemi personali, dell’apprensione per l’interrogazione imminente, o della passeggiata con la ragazza o col ragazzo. C’erano costumi variegati, semplici, ricchi, d’ispirazione greca o latina, ma anche medievale, settecentesca, ottocentesca, moderna. C’era pure un simposio con cibi e vini che potevano essere gli stessi consumati dagli antichi Greci o Romani, a base di uva passa, sesamo, mostarda, cotognata. E la cosa bella – almeno per chi scrive – è stata quella di ritrovare ex alunni o figli di conoscenti o ragazzi e ragazze visti nascere e crescere. Ma anche i docenti – che forse in questa occasione stavano in posizione più defilata rispetto agli studenti – erano lì, presenti, vigili, contenti e soddisfatti non solo di ciò che avevano preparato e organizzato, ma di ciò che sapevano fare i loro alunni, mostrandosi fieri e orgogliosi di loro, molto più di quanto non facciano abitualmente in classe, durante le interrogazioni e nelle normali giornate scolastiche.

La varietà dei costumi messi in scena

La manifestazione è iniziata con una sfilata con fiaccolata che partendo dalla vicina piazza Dante ha raggiunto la sede del Liceo. Qui, in contemporanea con tutti i licei partecipanti, il video “Ti porterò a Pompei” del cantautore toscano Francesco Rainero, assunto come inno ufficiale dell’evento, ha coinvolto tutti in un emozionante tuffo in quello che è uno dei principali luoghi-simbolo della civiltà classica, senza trascurare una puntatina nel luogo d’origine della manifestazione, la nostra Acireale.

E poi aule a tema e corridoi affollati, ragazzi e ragazze che andavano di qua e di là con tuniche, pepli, copricapi felini, ghirlande di alloro, d’edera e pampini d’uva, muovendosi in fantastiche, fantasiose e raffinate scenografie approntate per l’occasione. Giacché il tema della serata era il “Dionisismo”, declinato in tutte le accezioni possibili in arte, letteratura, musica, teatro, danza: il tutto finalizzato ad esaltare la gioia ed il piacere connessi con l’antica divinità greca di Dioniso (poi identificata dai Romani nel dio Bacco). E in vari angoli della scuola – ingresso, corridoi, scale – molteplici cartelli (433 per l’esattezza) riportavano i nomi di tutti i licei italiani aperti, per l’occasione, in contemporanea fino a mezzanotte, a celebrare – in un’unica unità d’intenti – la cultura classica.

Nino De Maria

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