All’indomani dell’approvazione della “Legge sulla povertà” i nuovi dati Istat sulla condizione lavorativa in Italia rilevano un lieve aumento dell’occupazione. Nel 2016 la media degli occupati è stata di 22.758.000, al livello più alto dall’inizio della crisi economica. Con l’aumento registrato nel 2016 di 293.000 unità il 2016 ha riportato l’occupazione sopra i livelli del 2009. Il tasso di disoccupazione è all’11,7%, il livello più basso degli ultimi quattro anni (nel 2012 era al 10,7% mentre nel 2013 era balzato al 12,1%). Sono diminuiti in modo consistente gli inattivi (-410.000 unità). Cosa significano questi numeri? Tutto e niente. Intanto delle precisazione: ad inizio anno il tasso di disoccupazione era dell’ 11,9% (lievemente più alto rispetto a quello attuale) e l’aumento degli occupati riguarda gli uomini e si concentra tra gli ultracinquantenni. Sempre a gennaio il tasso di occupazione dei 15-24enni era stabile, mentre quello di inattività cresceva di 0,6 punti. Il tasso di occupazione dei 15-24enni sale di 0,9 punti attestandosi al 57,2%.
Approvata in Senato (con 138 sì, 71 no, 21 astenuti) dopo un lungo iter la legge delega per il contrasto alla povertà e il riordino delle prestazioni sociali è adesso realtà. Per la prima volta viene previsto anche in Italia, ultimo Paese nell’Unione europea a dotarsene, uno strumento universale – il Rei, Reddito di inclusione – di sostegno per chi si trova in condizione di povertà assoluta.
L’Istat calcola che sono 4,6 milioni le persone che possono usufruire di questo strumento. I fondi a disposizione, 1miliardo e 150milione per quest’anno, non sono sufficienti e per questo motivo si darà precedenza a nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave o con donne in stato di gravidanza o persone con età superiore a 55 anni senza lavoro. Il contributo oscilla da un massimo di 819 euro a un minimo di 552 euro, dipende dal contesto urbano in cui si vive. Per il momento il contributo previsto per nucleo è di 480 euro. Il nuovo strumento, che manca ancora dei decreti attuativi, potrebbe diventare pienamente operativo da settembre in poi.
Il reddito di inclusione sociale non va confuso con il reddito di cittadinanza poiché il primo è selettivo mentre il secondo è universale. La proposta del Movimento 5 Stelle di Reddito di cittadinanza, che pure è condizionato alla disponibilità a lavorare e a uno stato di bisogno, prevede un beneficio di circa 720 euro al mese, con una spesa stimata di oltre 15 miliardi di euro l’anno.
Annalisa Coltraro