La Chiesa tutta “celebra con gioia oggi la figura del martire Odoardo Focherini, laico, padre di famiglia, primo giornalista italiano a diventare beato”. È così che il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha iniziato l’omelia della celebrazione di beatificazione svoltasi questa mattina (sabato) nella piazza di Carpi. Circa 5mila persone, credenti e non credenti, hanno partecipato alla funzione in un clima raccolto, nonostante il caldo, e animato dalla musica e dai canti in una sorta di cattedrale a cielo aperto. Nella sua omelia il card. Amato fotografa la figura di Focherini, come di un martire che amava Dio “fino all’olocausto della sua vita”: “Nella sua lettera apostolica Papa Francesco lo chiama esemplare testimone del Vangelo’. Il beato Odoardo, infatti, non esitò ad anteporre il bene dei fratelli all’offerta della propria vita’. Oggi la nostra patria, nel confuso stradario contemporaneo, ha bisogno di ritrovare la via retta del vivere fraterno, operoso, solidale
i giusti atteggiamenti, che hanno guidato l’esistenza del beato Focherini”.
Secondo il card. Amato, tre sono le lezioni che il beato Focherini lascia col suo martirio: la carità, “l’impegno nel mettere in salvo dalla persecuzione nazista le famiglie perseguitate, l’operosità nell’Azione Cattolica, l’attività giornalistica presso l’Avvenire d’Italia, la fedeltà alla sua identità battesimale, l’adesione piena alla volontà divina fino ad accettare l’umiliazione e la sofferenza dei campi di concentramento sono i tratti eroici della carità di questo trentasettenne laico, sposo devoto e padre di sette figli”. La sua coerenza alla fede battesimale e al fondamentale codice umano-divino del decalogo. E, infine, il suo martirio che “ricorda che la nostra esistenza terrena è solo un pellegrinaggio verso la patria eterna. Ci invita a passare dalla desolazione della terra alla consolazione del cielo, alla convinzione che la nostra fede, il nostro credo non è il ricordo di un naufragio, ma la buona notizia di un approdo nella vita del mondo che verrà”. (Sir)
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