Alle porte della 21esima Conferenza mondiale sul Clima di Parigi, si costituirà oggi a Palermo a Palazzo delle Aquile il Comitato promotore per la conversione ecologica dell’economia, la partecipazione democratica, la pace, la salvaguardia del pianeta, la giustizia sociale e lo sviluppo del lavoro. Lo annuncia in un comunicato il Comitato regionale acqua bene pubblico.
Più semplicemente i soggetti singoli o in forma associativa che vi confluiranno si sono “decisi” ad essere promotori e sostenitori dell’economia circolare e dell’ecologia nell’habitat siciliano perché crediamo che proporre un nuovo modello di sviluppo per la Sicilia, che punti alla conversione ecologica della società e dell’economia, pianifichi l’uso del territorio, delle risorse naturali, culturali ed umane, in una visione complessiva e nell’interesse delle comunità, sia l’unica scelta vitale e necessaria oggi per la nostra Terra. Dal sito dell’Anci Sicilia, che co-promuove l’iniziativa, si può leggere ed aderire all’appello per la costituzione del Comitato.
Nel proporre una visione delle politiche locali sostenibili, integrate e lungimiranti che mettano in discussione la Strategia Energetica Nazionale ( S.E.N.) rimasta letteralmente “fossilizzata “ a scelte antieconomiche e tecnologicamente superate, mentre sono già mature prospettive di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, crediamo sia indispensabile legare a questa scelta di fondo una “governance” dei servizi pubblici locali, acqua, energia, trasporti, rifiuti, ma anche agricoltura di qualità e sana gestione delle risorse ambientali e culturali, non improntata alla migliore allocazione delle risorse sul mercato e al soddisfacimento della logica del profitto, ma al contrario modellata su una nuova gestione del “pubblico partecipato” in cui i cittadini sono protagonisti delle scelte democratiche, legate alla prossimità del territorio, nella piena responsabilità che la conservazione e gestione dei “ beni comuni” comporta per sé e per le generazioni future.
In questo senso è paradigmatica, ancora una volta, l’esperienza della vittoria dei referendum sull’acqua che ha riacceso il motore della democrazia partecipata sull’intera questione dei servizi pubblici locali. Dopo l’approvazione della legge reg.le n. 19 sulla gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato, ora impugnata dal governo Renzi, ci aspettiamo che il Presidente Crocetta, come ha in più occasioni sostenuto, difenda la legge approvata dal Parlamento siciliano non accettando alcun compromesso al ribasso di revisione del testo approvato all’Ars, sulla traccia portante della legge d’iniziativa popolare per la prima volta promossa da 35.000 firme e 140 consigli comunali. La legge 19 verrebbe così valutata dal più alto vertice di garanzia costituzionale, qual è la Corte Costituzionale, perché il più antico parlamento del mondo ha legittimamente deliberato in ottemperanza dell’art. 14 dello Statuto Speciale che, ricordiamo, ha rango costituzionale.
Ecco, noi promotori dell’economia circolare e dell’ecologia nell’habitat siciliano siamo “decisi” a non farci scippare acqua, democrazia e beni comuni, ma anzi ad informare e mobilitare per questi diritti e per la loro agibilità le cittadine ed i cittadini siciliani che già in più di un’occasione hanno espresso chiaramente la loro preferenza, convinti come siamo che solo la gestione pubblica e partecipativa della “res comune” possa rappresentare il futuro virtuoso della Sicilia e della Terra tutta.