Un’orribile foto, un’orribile morte sfonda ogni barriera della nostra coscienza più di qualsiasi altra che sinora abbiamo vista, pur tremende come il barcone che si rovescia a Lampedusa o il corpicino del bambino riverso sulla spiaggia privo di vita e in balìa della risacca…
Non ci sono certo “graduatorie” nelle pene e nei dolori infiniti e ognuno di essi è il massimo per chi lo prova, ma in questa immagine c’è la rappresentazione, oserei dire, “archetipo”, della maternità, della generazione, della giustizia dilaniate.
Una madre, come anche in natura vediamo tante volte, ha avuto il coraggio, consapevole di dover mettere a repentaglio non solo la sua vita, ma anche quella enormemente più preziosa del “ frutto del suo ventre”, che di questa preziosità ineguagliabile riveste per primo il corpo della donna l’Arcangelo Gabriele, l’Annunciatore.
Il “frutto” della più sacra “immagine e somiglianza” del Divino, il generato, giace devastato dall’impotenza del riparo e dalla forza bruta del male.
Contro le migrazioni una strategia genocida
Semmai avessimo ancora bisogno di capire che è in atto una strategia genocida per bloccare con ogni mezzo la trasmigrazione epocale, meglio, secolare, dei popoli sub-sahariani verso il Mediterraneo, come base per lasciare per sempre il loro continente, questa ne è, a mio parere, la prova inconfutabile.
E semmai avessimo bisogno ancora di percepire con chiarezza che il mondo in cui viviamo sta precipitando verso la fine terribile dell’assenza della sacralità, di qualsiasi genere (ne fu gigantesco profeta già Pier Paolo Pasolini), del senso teleologico della vita, che orienta il suo significato, in se stesso sacro, al di fuori di ogni “religione”. da questa foto possiamo ricavare ognuno la risposta secondo la propria sensibilità. Così è per “Mammona”, il volto del “principe di questo mondo” che sta godendo del suo effimero trionfo distruggendo l’Immagine più sacra che esista, la creatura.
Fermare le migrazioni e lasciare i migranti a casa loro!
La “politica” ha risposto finora con sfacciata e disumana ipocrisia e la più cinica delle “soluzioni“, quella di comprare da feroci governi dittatoriali la “tranquillità” che serve per mantenere il potere nella “bella “Europa“, fiorente” dei cascami del neocapitalismo feroce perché in agonia. Similmente in Italia.
Tutte le “profezie” di ogni tempo e di ogni espressione, anche le più recenti, vengono ogni giorno sempre di più confermate, da quella “Età del ferro“ esiodea che non contempla alcuna possibilità di salvezza per l’uomo, al “Kali Yuga“ induista, l’ultima delle quattro “età“ – Yuga – del mondo manifestata nelle guerre, nella brutalità nel decadimento finale irreparabile proprio dell’oscuro metallo.
Sino ad arrivare alle terribili profezie delle “apparizioni” mariane del ‘900 e ai giorni nostri, tutte le pestilenze morali e materiali, i massacri indescrivibili delle guerre mondiali e di quelle attuali disperse per il mondo (come ricorda Papa Francesco), lo sterminio diabolico, le pandemie devastanti, la fame e la sete inestinguibili, la terribile manifestazione della fine nucleare e il pericolo di una inaudita catarsi “punitiva” dell’umanità si appalesano sempre di più.
Fermare le migrazioni per trarne profitto
Diventa – cinicamente! – indispensabile la “riserva” del Continente africano con le sue infinite risorse di materie prime perché ancora una volta possa rinascere il dominio dell’uomo sull’uomo.
Occorre dunque fermare, secondo le oligarchie ricche e per quelle povere che vogliono arricchirsi, questa trasmigrazione, occorre riservarsi sempre di più il bacino materiale e ”umano” della moderna schiavitù.
Mi viene da ricordare, alla fine, come proprio noi “italianuzzi avevamo trovato il modo di salvare una immensa umanità sofferente di dolori e ferite inimmaginabili dal perire in fondo al mare, proprio in quel “Mare Nostrum” che sapientemente aveva definito persino la Roma imperiale.
Ma la logica del potere, bestiale quanto stupido, ha prevalso. Ad essa non ci siamo più sottratti, anche la “Sinistra” italiana!
Ma, oltre qualsiasi forma di miserabile giustificazione di “necessità”, restano vivissimi il valore e il monito della persona umana, che la nostra perla incorruttibile, la Costituzione, fa rilucere in ogni oscurità: la vita di ognuno di noi non può, non deve, essere fine a sé stessa, mai, con qualunque “credo”.
Rosario Patanè