Trent’anni. Tanti ne sono passati dall’ultima ordinazione episcopale avvenuta nella Chiesa Cattedrale di Acireale. Allora (14 febbraio 1981) fu quella dell’acese mons. Pio Vittorio Vigo, eletto vescovo ausiliare di Catania. Curiosamente è stato proprio mons. Vigo, quale amministratore apostolico della diocesi acese, nonché suo immediato predecessore, uno dei due principali vescovi co-ordinanti di mons. Antonino Raspanti, undicesimo vescovo di Acireale e primo ad essere consacrato proprio nella chiesa che è sede della cattedra episcopale.
Si è trattato, quindi, di un evento storico per la città e per l’intera diocesi.
Se quella celebrata ieri, 1° ottobre 2011, è stata la decima ordinazione episcopale avvenuta nella Cattedrale acese, non era mai accaduto, nei 167 anni di storia diocesana, che un vescovo di Acireale venisse ordinato in città, con la contestuale cerimonia canonica della presa di possesso.
Passando in rassegna la cronotassi, notiamo come tra i dieci predecessori di mons. Raspanti, quattro, al momento della nomina, erano già vescovi (Giovanni Battista Arista, Salvatore Bella, Salvatore Gristina e Pio Vigo), mentre gli altri sei ricevettero la consacrazione episcopale in altra sede (Gerlando Genuardi, Fernando Cento, Evasio Colli, Salvatore Russo, Pasquale Bacile e Giuseppe Malandrino).
Oltre a quella di mons. Vigo, le precedenti otto cerimonie di ordinazione episcopale avvenute ad Acireale hanno riguardato vescovi ausiliari (mons. Arista, il 30 novembre 1904, mons. Ignazio Cannavò, il 13 dicembre 1970, e mons. Giuseppe Costanzo, il 4 aprile 1976) oppure sacerdoti destinati ad altre sedi: mons. Salvatore Bella (Foggia) e mons. Angelo Paino (Lipari) nel 1909, mons. Giovanni Pulvirenti (Anglona-Tursi) nel 1911, mons. Carmelo Patanè (Otranto) nel 1918 e mons. Angelo Calabretta (Noto) nel 1936.
Mons. Raspanti è il primo vescovo di Acireale proveniente dalla diocesi di Trapani (le due diocesi vennero istituite, entrambe, nel 1844). È il terzo proveniente da una diocesi della Sicilia occidentale. Pur confessando di non conoscere la nostra realtà territoriale, è curioso evidenziare come il nuovo vescovo incontrerà alcuni elementi a lui familiari: la devozione per la Madonna del Carmelo (nella nostra città, fin dal Seicento, venerata in due chiese con due distinte feste esterne); l’immagine della Madonna di Trapani (padrona della diocesi trapanese), presente in un’antica edicola votiva; il culto di un santo a lui molto caro, San Francesco di Sales, fondatore dell’Ordine della Visitazione (di cui in città esiste un monastero con annessa parrocchia dedicata al Sacro Cuore).
Nota di cronaca. Mai la Cattedrale acese aveva visto sotto le sue volte la presenza di un numero così ragguardevole di alti prelati: ben venticinque, tra cardinali, arcivescovi e vescovi hanno concelebrato la solenne funzione, presieduta per la prima volta – altra curiosità – da un acese, il cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, il quale ha recitato la preghiera consacratoria ed imposto per primo le mani sul capo dell’ordinando vescovo Antonino.
Oltre ai Cardinali Romeo e De Giorgi, erano presenti gli arcivescovi emeriti di Messina (Cannavò), Agrigento (Ferraro) e Catania (Bommarito), mons. Mariano Crociata, già vescovo di Noto e oggi segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, e mons. Giuseppe Sciacca, neo segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano (in ordine di tempo l’ultimo figlio della Chiesa acese elevato agli onori dell’episcopato).
Guido Leonardi