Ordine dei giornalisti / Cosa cambia con la riforma

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Come cambia l’ordine dei giornalisti dopo la riforma? Riportiamo le parole di Giovanni Villino, giornalista siciliano e Riccardo Arena, presidente della Commissione Riforma del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

G.V: “Nonostante si sia parlato ben poco di questa riforma a livello mediatico, è una riforma epocale, perchè ci sono molte novità introdotte dopo esattamente 60 anni!” – come conferma, infatti, R. Arena. – Quest’ultimo, aggiunge: “L’esigenza di riformarla è legata a tanti aspetti, soprattutto legati all’evoluzione digitale e tecnologica degli ultimi anni. Si tratta di una legge che ha, ormai, fatto il suo tempo”.

Ma per gli iscritti all’ordine dei giornalisti, cosa cambia? Per gli iscritti non cambierà nulla, si tratta di una riforma che riguarderà da vicino solo chi vorrà iscrivervi. A tal proposito è bene fare un chiarimento. Esiste un unico, grande, ordine: quello dei giornalisti. Al suo interno c’è la distinzione tra professionisti e pubblicisti. Ma questa riforma annullerà questa dicotomia?

R.A: “No. E’ stato un argomento dibattuto. Come sappiamo, i giornalisti pubblicisti sono coloro che esercitano il mestiere di giornalista non a tempo pieno, ma svolgendo altri impieghi. Si è scelto di mantenere questa distinzione che una precedente ipotesi di riforma voleva eliminare. La professione del giornalista pubblicista è importante per l’informazione quasi quanto il giornalista professionista. La novità è comportata dal fatto che anche i giornalisti pubblicisti dovranno essere in possesso, così come i colleghi professionisti, di una laurea e sottoposti ad una serie di corsi per prepararli alla professione di giornalista. Il compito dell’ordine è quello, quindi, di garantire una figura che possa garantire un corretto uso dell’informazione con delle regole alle quali adempiere. 

Ordine dei giornalisti/ Di che tipo di riforma si tratta?

G.V: “Quali sono i punti critici di questa riforma? E’ stato semplice? Quanto sarà lungo l’iter legislativo?”

R.A: “All’interno dell’ordine, ormai da tanti anni, vengono portati avanti molti progetti. Erano gli anni ’50 in Italia quando la legge entrò in vigore. Si trattava di in un momento in cui non c’era neanche il secondo canale della televisione, che era ancora all’albore del suo uso. Nel febbraio del 2022 è stata istituita la Commissione di Riforma con a capo Carlo Bartoli, presidente dell’ordine Nazionale. Abbiamo ascoltato moltissimi pareri circa anche la realtà virtuali, riuscendo ad ottenere un risultato con voto unanime. Dovendo essere approvata in Parlamento i tempi saranno quelli dell’iter legislativo da seguire”.

Cosa cambierà, all’albo dei giornalisti, una volta che entrerà in vigore la riforma?  

Inizialmente, post riforma, ci sarà un periodo transitorio. Il regime definitivo prevede che il giornalista frequenti un corso di Laurea in giornalismo, non ancora istituito nelle Università italiane. Al quale, però si sta già lavorando: si tratterà di un corso di studi della durata quinquennale. Al momento, per poter accedere all’Ordine, sarà necessaria una laurea triennale con un successivo biennio, attraverso Master di I livello e corsi specialistici ma anche un periodo in redazione con l’assunzione tradizionale. Utilizzando il condizionale, una volta entrata in vigore questa legge, il tutto potrebbe essere sostituito. Si sta anche ipotizzando di eliminare l’esame di Stato, sottolineando come il Corso di Laurea in Giornalismo possa direttamente dare l’abilitazione alla professione”.

Il documento circa la riforma, per chi fosse interessato, è consultabile cliccando qui.

Giorgia Fichera

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