La riflessione odierna del nostro Nino Ortolani, prendendo spunto dalla parabola di Lazzaro e del ricco Epulone, ci conduce verso la gioia della Pasqua attraverso la resurrezione di Cristo.
Carissimo lettore,
“Si Moysen et prophetas non audiunt, néque si quis ex mortuis resurrexit, credent.” (Lc 16,31). Se non ascoltano Mosè e i profeti… non crederanno nemmeno se assistono a un miracolo come la risurrezione. Questa è la conclusione della parabola del ricco e Lazzaro. Essa costituisce una sintesi dei “quattro Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso” (C.C.C. pag.178).
Il vero ricco è Lazzaro perché, come il Buon Ladrone, conquista il Paradiso, mentre il “povero-ricco” si trova nelle fiamme dell’Inferno.
L’Epulone non ha violato i comandamenti: non ha rubato, non ha ammazzato. Ha usato i suoi beni per godere assieme ad amici e parenti. Non si è accorto di Lazzaro: solo questo. Egli è anche altruista perché si preoccupa che i suoi fratelli non facciano la sua fine e chiede un miracolo. Ma la risposta, che interessa anche noi, è lapidaria: ascoltare, credere a quanto si legge nella Scrittura per non fare la fine del ricco Epulone.
A noi, a tutti e a ciascuno, ci è stato offerto dal Padre Eterno un miracolo strepitoso: la risurrezione di Gesù dopo una morte dolorosissima. Cristo è risorto ed è apparso nella sua nuova, misteriosa vita, alle donne, agli apostoli e a cinquecento discepoli riuniti.
“Cristo vive. Questa è la grande verità che riempie di contenuto la nostra fede. Gesù che morì nella Croce, è risorto, ha trionfato sulla morte, sul potere delle tenebre, sul dolore, sull’angoscia.” (San Josemarìa Escrivà, È Gesù che passa N° 102).
Ti auguro una santa Pasqua in Cristo risorto.
Nino Ortolani