Dalla festa dell’Epifania parte l’annuncio della Pasqua. Ma ogni domenica è Pasqua, per il buon cristiano: ce lo ricorda il nostro Nino Ortolani, offrendoci pure una “chicca” astronomica sull’arrivo dei Magi.
“Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno”. Questo è “l’annuncio di Pasqua”, che è stato dato alla fine del vangelo della festa liturgica dell’Epifania.
In questo giorno si inseriscono nel presepe i misteriosi “tri rignanti, cu na stidda ‘ncumpagnia” venuti dal lontano oriente a “vidiri lu Misìa”. Non si tratta di stella-cometa, come è rappresentata da Giotto, ma di un fenomeno non consueto come la congiunzione di diversi pianeti. In corrispondenza dell’eclisse di Luna, avvenuta nell’estate scorsa, si sono visti schierati tutti i pianeti facilmente visibili a occhio nudo: da Marte, vicinissimo alla Luna, a Saturno e Giove alti nel cielo, fino a Venere vicino al tramonto. Qualcosa del genere, spiegano gli astronomi, si è verificata quando è nato “lu Misìa”. Gli astronomi sono spesso chiamati astrologi per la grande confusione tra scienza, fantascienza e superstizione astrologica; questo spiega perché si sente parlare di “maghi” per indicare i tre “Re Magi”.
Da venti secoli la Chiesa “annuncia” la morte del Signore e “proclama la sua risurrezione nell’attesa della sua venuta” (Canone della Messa). Quest’anno il “triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, culminerà il 21 aprile”. Ma “in ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento” che, come dice San Paolo è “scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani” (1Cor. 1,22). Possiamo aggiungere che è “scandalo e stoltezza che tanti sedicenti cristiani non festeggiano questa ‘Pasqua della settimana’, non andando a messa la domenica”.
È per questo che in molti paesi, tra cui il nostro, chiamiamo “domenica” – dal latino Domini dies – il settimo giorno della settimana, mentre gli anglofoni continuano a chiamarlo “giorno del Sole” (sunday).
Nino Ortolani