Otium et negotium 35 / Al cristiano coerente occorre la testimonianza, come fece Guadalupe Ortiz

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Il nostro Nino Ortolani ci propone oggi una riflessione sulla “presenza” di Gesù dopo la risurrezione, attualizzata anche da Guadalupe Ortiz, una donna spagnola dei nostri tempi che sarà beatificata il prossimo 18 maggio.

Guadalupe Ortiz sarà beatificata il 18 maggio a Madrid

 “Dicono che sia risorto”. Questo il titolo di un libro di Messori; e questo si legge tra le righe nel racconto dei due discepoli allo sconosciuto che li accompagnava nel loro viaggio verso Emmaus. Appena giunti al villaggio, allo spezzare il pane mentre erano a mensa, scoprirono l’identità del risorto. 

“Il primo giorno dopo il sabato”, mentre i discepoli erano riuniti “a porte chiuse per timore dei giudei, Gesù venne in mezzo a loro dicendo «Pace a voi»” (Gv 20,19). In questa prima apparizione ai discepoli manca Tommaso. “Otto giorni dopo”, alla presenza di Tommaso, “venne Gesù, a porte chiuse, e disse «Pace a voi»” (Gv 20,26).

A Pentecoste i discepoli si presentano con sicurezza al popolo. “Pietro levatosi in piedi con gli altri undici, parlò a voce alta così…” (Atti 2,14). “Gesù… che voi avete ucciso… Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni” (Atti 2,23-32).

“Cristo vive. Questa è la grande verità che riempie di contenuto la nostra fede.” Sono le prime parole dell’omelia “Cristo presente nei cristiani” di San Josemarìa Escrivà raccolta nel volume “È Gesù che passa”. Questa “grande verità” è l’eco della predicazione degli Apostoli giunta fino a noi, avendo attraversato i secoli di storia che ci separano.

“Quando assistete i vostri fratelli nel lavoro quotidiano, è Gesù che agisce, che cura…”. Con queste parole San Josemarìa soleva invitare chi lo seguiva a santificare il proprio lavoro, santificarsi lavorando e santificare gli altri mediante il lavoro. Non può dunque il cristiano, se coerente, ripetere l’espressione dei discepoli di Emmaus: “Dicono che sia risorto”; non può vivere il suo rapporto con Gesù standosene “a porte chiuse per timore …”. L’ambiente in cui si svolge la sua vita è quello in cui è chiamato a testimoniare e a santificarsi. Tutto ciò si riscontra nella vita di Guadalupe Ortiz de Landàzuri, donna dell’Opus Dei morta nel 1975. La Chiesa ha accertato il miracolo della scomparsa improvvisa di un tumore ottenuta per la sua intercessione. Sarà proclamata beata, a Madrid, il 18 maggio prossimo.                

Nino Ortolani

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