Apriamo una nuova rubrica, tenuta dal nostro collaboratore Nino Ortolani in forma epistolare, e dedicata alla riflessione e alla meditazione, con l’ausilio delle Scritture e del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Carissimo lettore,
comincio la corrispondenza utilizzando questo spazio concesso da “La Voce dell’Jonio” per approfondire la relazione tra “otium” e “negotium”.
“Otium”, in latino tempo libero, riposo, è il tempo dedicato alla riflessione, all’approfondimento, allo studio, alla contemplazione; “negotium”: lavoro, attività, occupazione.
La frase latina riportata nel vocabolario “Otium est auscultandi”, la tradurrei: si ha il diritto di dedicare il tempo migliore alla preghiera, all’ascolto, all’apprendimento, alla ricerca.
Nella lettera enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco al N. 233 c’è l’invito a scoprire l’azione di Dio nell’anima. Viene citato uno dei mistici dell’ Islam che dice: …”c’è un segreto sottile in ognuno dei movimenti e dei suoni di questo mondo. Gli iniziati arrivano a captare quello che dicono il vento che soffia, gli alberi che si flettono, l’acqua che scorre, le mosche che ronzano, le porte che cigolano, il canto degli uccelli, il suono delle corde o dei flauti, il sospiro dei malati, il gemito degli afflitti…”.
Questo mondo meraviglioso che ci offre l’“otium” presuppone un atteggiamento di ascolto, di stupore; e si ottiene coltivando il silenzio: bene così prezioso, impossibile da trovare nella frenetica attività delle nostre città, specie nelle ore di punta. La strada, l’attività frenetica potrebbe costringerci a vivere come il “milanese Fantozzi”: ma questo non consente un lavoro degno della persona umana, è il classico “lavoro servile”. Il servo era uno strumento di lavoro, come una bestia da soma o una macchina. Per uscire da questa morsa diabolica bisogna raggiungere la signorilità propria di chi padroneggia gli eventi, bisogna cercare di conoscere, imitare, amare l’Uomo che pur vivendo pienamente e perfettamente la natura umana, nel tempo da Lui trascorso su questa terra, era intimamente unito a Dio… perché perfetto Dio (Simbolo Atanasiano). E Lui coltivava l’“otium”: ci è stato infatti tramandato che si alzava prestissimo e si recava “in un luogo solitario per rimanere a pregare” (Mc 1,15) prima di affrontare gli impegni quotidiani o quando doveva prendere decisioni importanti come la scelta degli apostoli.
Un invito a coltivare l’“otium” ci è rivolto dalla Chiesa per i giorni di festa come chiarito e illustrato dal “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” (C.C.C.C.). “Dio ha benedetto e ha dichiarato sacro il giorno di sabato” (Es 20,11) perché in esso si fa memoria del “riposo di Dio” nel settimo giorno della creazione (n° 450). Gesù riconosce la santità di tale giorno e, con autorità divina, ne dà l’interpretazione autentica come si legge nel Vangelo (Mc 2,27): “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (n° 451). Ma perché i cristiani hanno la domenica come “giorno sacro” e non il sabato? È sempre il C.C.C.C. che ci viene in aiuto al n° 452: perché la domenica è il giorno della resurrezione di Cristo…
Anche se abbiamo appreso e ripetuto le nozioni del “Compendio” da sempre, non si finisce mai di approfondirle. C’è, sempre, qualche familiare con cui parlarne; viviamo, infatti, in tempi di “grande emergenza educativa”, come dichiarato dalla Santa Sede dalla fine del secolo scorso.
Il giorno del riposo settimanale è, poi, da approfondire ai fini familiari e sociali, ma di questo mi piacerebbe palarne con te personalmente o leggendo le tue osservazioni in una tua gradita lettera.
Intanto ricevi cari saluti da
Nino Ortolani