Con questo tema, l’ottobre missionario saluta l’88ª Giornata Missionaria Mondiale. Papa Francesco, spronandoci ad essere sempre più consapevoli che la missione nasce dalla preghiera, dall’incontro personale con Gesù, colui che ci ha “sedotti”, ci invita a ravvivare nel nostro cuore, tutto ciò che nella vita di Gesù è stato oggetto di ricerca e di amore. Gesù cosa ha cercato e amato? I poveri, i peccatori, gli emarginati, i delusi, gli stranieri, gli ammalati, i prigionieri del male, i cercatori di senso: essi sono diventati il gregge della sollecitudine del Buon Pastore. E noi Chiesa, noi Comunità di credenti, noi singoli battezzati, cosa facciamo?
Ecco la proposta! Accogliamo l’invito a uscire dal nostro modo di pensare e vivere, per essere Chiesa attratta dai “lontani della terra” per riscoprire il cuore della missionarietà e la gioia che nasce dall’annuncio del Vangelo. Dio ci chiede di uscire da noi stessi, per incontrare nel volto dei fratelli, il suo stesso volto: “Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,40). Dio si identifica coi miei fratelli …il cuore paterno di Dio vuole abitare tra gli ultimi.
Anche la nostra Chiesa Diocesana, guidata dal suo Vescovo Antonino, sente il bisogno di riscoprire le periferie come cuore della missione, come luogo di conversione dove abitare, poveri in mezzo ai poveri, per fa risuonare l’annuncio del Regno. In occasione dell’Ottobre Missionario 2014, l’Ufficio Missionario Diocesano ha proposto e realizzato, diverse attività, con l’intento di sensibilizzare sempre più le Comunità parrocchiali ed i singoli fedeli a riscoprire la vocazione missionaria di ogni battezzato.
La veglia di preghiera, celebrata nella Chiesa Madre “Maria SS. Annunziata” di Calatabiano, la degustazione multietnica svoltasi in Piazza Duomo e accompagnata dal suono ritmato di una giovanissima band locale e per ultimo il concerto del gruppo vocale “Madagascar’s Angels” tenutosi nella Chiesa “Maria SS. del Rosario” in Cosentini, sono stati occasioni buone per risvegliare in noi l’ardore missionario e al contempo riscoprire l’importanza di essere sale (di buona qualità) che da gusto e sapore alle cose; luce (attinta da Cristo) per gli altri, un faro nella notte, una candela nel buio, un esempio da seguire; lievito (nella pasta) capace di farla fermentare nella consapevolezza che il non fare, il non esporsi, il non agire, porta ad un’indifferenza che nulla ha a che fare con Dio, la Chiesa, la Vita, l’Amore. L’affermazione del Beato Paolo VI: “Il mondo ha bisogno di testimoni, più che di maestri”, sia per tutti programma di vita ed impegno concreto di una scelta cristiana.
Don Gianpaolo Bonanno
Direttore Ufficio missionario, diocesi di Acireale