Padre Puglisi, la memoria 17 anni dopo

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Un busto ligneo raffigurante don Giuseppe (Pino) Puglisi, realizzato dagli artigiani di Betlemme, sarà inaugurato il 16 settembre nella parrocchia “san Gaetano M.SS. del Divino Amore”, nel quartiere Brancaccio di Palermo. L’iniziativa rientra tra le celebrazioni in occasione del 17° anniversario della morte di don Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il giorno del suo 56° compleanno – 15 settembre 1993 – a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale.

Padre Pino Puglisi mentre celebra Messa

Il busto – donato al Centro di accoglienza “Padre Nostro Onlus”, fondato nel 1991 dal sacerdote palermitano, dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” di Fiesole – sarà scoperto nel corso di una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo, e concelebrata, fra gli altri, dal vescovo ausiliare, mons. Carmelo Cuttitta, dal presidente della Fondazione “Giovanni Paolo II”, mons. Luciano Giovannettti, da p. Ibraim Falthas, vicepresidente della Fondazione ed economo della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, e dal parroco di san Gaetano, p. Maurizio Francoforte. Dopo 17 anni, cosa vuol dire fare memoria di questo sacerdote ucciso per il suo impegno civile? Il SIR lo ha chiesto a Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza “Padre Nostro Onlus”.

Perché fare memoria di don Puglisi?
“Fare memoria di un martire sembrerebbe la cosa più facile di questo mondo. E in effetti, se questo si deve limitare solo alla narrazione per iscritto dei suoi comportamenti e del suo atteggiamento negli ultimi anni di vita a Brancaccio, è così. Ma il nostro fare memoria comincia ogni anno dal 16 settembre in poi, tenendo aperte le porte delle sedi del ‘Centro Padre Nostro’, formando i volontari, gli universitari tirocinanti, i volontari in servizio civile a spendersi per chi soffre, a donarsi senza nulla attendersi. Il Centro oggi svolge le sue attività e i suoi servizi in tre quartieri di Palermo: Brancaccio, Falsomiele, san Filippo Neri (ex Zen)”.

Alla luce anche degli ultimi episodi, come le intimidazioni a magistrati, quale può essere e deve essere il ruolo del Centro “Padre Nostro” ?
“Il Centro deve mantenere il ruolo che ha avuto sin dalla sua fondazione, e cioè quello di avamposto dello Stato. In un quartiere come Brancaccio, dove le istituzioni, con grande sofferenza, riescono a mantenere l’ordine pubblico. Il Centro è, e deve continuare ad essere, voce di denuncia e voce profetica. Non ci siamo mai pianti addosso, abbiamo lavorato per mantenere acceso il lume della speranza acceso da padre Pino Puglisi”.

A che punto è la causa di beatificazione di don Puglisi?
La causa di beatificazione sembra aver avuto una battuta d’arresto, ma questo è dovuto alla complessità in cui è maturato l’omicidio di padre Puglisi. La Congregazione delle cause dei santi si sta interrogando se veramente padre Puglisi sia stato ucciso in ‘odium fidei’. Speriamo nella visita del Santo Padre, che si svolgerà il 3 ottobre a Palermo, forse in quell’occasione potrebbe darci una bella notizia”.

a cura di Raffaele Iaria (Sir)