50° anniversario padre Stefano Messina / Il viaggio di una vocazione dal seme della Timpa

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Padre Stefano Messina anniversario

Nel suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale, padre Stefano Messina, riflette sul suo percorso di vocazionale e missionario e circa gli incontri che hanno segnato indelebilmente la sua vita.

“Ogni vocazione nasce da un incontro, un momento in cui il cuore si apre a una chiamata più grande. Nel mio caso, quella chiamata si fece sentire presto, guidandomi nelle silenziose passeggiate introspettive fra i Faraglioni e la Timpa di Acireale. Quelle passeggiate mi condussero al seminario diocesano già all’età di undici anni nel 1959. Cominciai così un percorso di formazione nella fede, ma anche un’esperienza di crescita personale, arricchita da una formazione culturale e spirituale di grande profondità. Fu proprio in quel periodo che il seme della vocazione iniziò a germogliare, alimentato dall’esempio dei missionari che passavano a visitare il nostro seminario e dalle loro testimonianze di missioni in terre lontane”.

50° Anniversario / L’ispirazione missionaria di padre Stefano Messina

“Ricordo, in particolare, padre Angelo Dal Bello che narrò con grande intensità il martirio di padre Mario Borzaga, (oggi Beato), un giovane missionario Oblato di Maria Immacolata, barbaramente ucciso nel Laos nel 1960. Questa testimonianza di impegno radicale nell’evangelizzazione, portato fino all’estremo sacrificio, lasciò un’impronta profonda nel mio cuore. Entrai, pertanto, nel centro vocazionale degli stessi Missionari Oblati di Maria Immacolata, a Marino, in zona castelli romani, con la volontà di seguire quel modello di dedizione totale, desideroso di incarnare gli stessi valori di fede e amore per i più poveri. A fondare la Congregazione era stato Sant’ Eugenio de Mazenod, un uomo di grande carisma e di luminosa visione, nato in una famiglia nobile in Francia negli anni turbolenti della Rivoluzione.

Padre Stefano Messina
In foto, padre Stefano Messina

I missionari Oblati sono da allora chiamati a portare il Vangelo ai poveri e agli emarginati, ad ogni angolo della Terra. La loro vita è una vita consacrata, caratterizzata da una dedizione radicale a Dio e alla Missione, vissuta in comunità, nella povertà, castità e obbedienza. Maria Immacolata è modello e guida, ispira i missionari a vivere con purezza di cuore e ad affidarsi totalmente alla volontà di Dio. La mia esperienza a Marino fu fondamentale nel confermare la mia scelta: era proprio quella la mia strada. Partii allora per perfezionare i miei studi a Torino, per poi tornare a Roma a preparare e discutere la mia tesi in teologia dogmatica”.

Padre Stefano Messina / Gli incontri trasformativi nella celebrazione del suo 50° anniversario 

 “Ma ciò che arricchì davvero il mio cammino di Fede furono gli incontri, veri pilastri del mio percorso umano e spirituale. Madre Teresa fu uno di questi. Non si trattò di un episodio, ma di un’esperienza capace di trasformare prospettive e conferire nuove profondità al mio impegno. Attraverso il suo esempio, compresi che la teologia non è riflessione accademica, ma vita incarnata, fatta di gesti concreti e amore senza riserve.

Un altro luminoso incontro destinato a rimanere inciso nella mia anima fu quello con Papa Paolo VI nell’anno santo 1975. In quell’anno, ancora diacono, ebbi il privilegio di servire all’altare durante la Messa del Papa. Al termine della celebrazione, il Santo Padre era atteso per l’Angelus dalla finestra che si affaccia su piazza San Pietro. Eppure, nonostante il ritmo incalzante della giornata, ricordo il suo gesto di gentile fermezza mentre intimava al cerimoniere di attendere, chiedendo di incontrarmi. Si fermò a ringraziarmi e lo fece con un calore che ancora oggi porto dentro. Quell’incontro, così inatteso, era la dimostrazione vivente della sua straordinaria attenzione per tutti, a prescindere dal ruolo o dalla posizione. Fu una lezione di vita tra le più preziose: l’importanza di guardare ogni persona con autentico amore e attenzione”.

L’Anniversario di don Stefano Messina / Ordinazione e prime esperienze missionarie

“Venne infine il giorno della mia ordinazione: il 4 ottobre 1975. Fui ordinato sacerdote nella parrocchia di San Paolo di Acireale, da Mons. Ignazio Cannavò, che era stato mio insegnante di storia, con Mons. Pasquale Bacile come concelebrante. Da lì a breve, fu sempre Mons. Ignazio Cannavò a offrirmi l’opportunità di avviare la mia prima esperienza missionaria. Egli mise a disposizione un locale per realizzare un centro di accoglienza, consentendomi così di collaborare all’apertura a Messina di uno dei centri di recupero per tossicodipendenti del “Progetto Uomo” di don Mario Picchi.

La mia prima destinazione fu dunque la diocesi di Messina, dove, come parroco di Santa Caterina, iniziai anche un intenso percorso di servizio con la Caritas, formandomi al fianco di figure esemplari, come Mons. Giovanni Nervo e Mons. Giuseppe Pasini. Collaborai con don Franco Montenegro, oggi cardinale, e insieme con gli operatori della Caritas affrontammo le sfide della povertà e dell’esclusione sociale”.

I progetti umanitari 

“Gli anni successivi mi portarono a Roma, Pescara, Tivoli, Firenze e Cagliari. Ovunque andavo, i miei obiettivi erano ormai delineati: promozione umana e testimonianza del Vangelo. A Firenze sono stato nominato direttore dell’Ufficio Missionario e Direttore dell’Ufficio Migrantes. In Toscana avviai un percorso di collaborazione con il Centro Internazionale Giorgio La Pira  e l’università di Siena, percorso che ebbe il suo momento culminante con la stipula della “Carta di Siena”: un documento cruciale che ridefinisce l’approccio all’immigrazione, affermando la centralità della persona umana e che mira a orientare le istituzioni civili e religiose verso una società multiculturale più giusta e inclusiva.

Mentre ero in Toscana ho avuto l’opportunità di coordinare progetti missionari che includevano la costruzione di ospedali e scuole in Africa, America Latina e Asia. Viaggiai in Senegal, Camerun, Uganda, Ciad, Perù, Salvador Bahia, Messico, Cina, Corea del Sud e altre terre, portando aiuti e condividendo momenti di vita evangelica con le comunità locali. Ogni viaggio è stato un arricchimento spirituale e umano e i volti che mi sono rimasti scolpiti nel cuore sono quelli nei quali sono risuscito a scorgere maggiormente il riflesso del Cristo sofferente, ma anche la speranza della sua resurrezione”.

Padre Stefano Messina / Un traguardo di fede e gratitudine nella celebrazione del suo 50° anniversario 

“Ricordo con particolare emozione anche gli incontri con Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, e Igino Giordani, suo stretto collaboratore. Chiara, con la sua passione e straordinaria semplicità mi trasmise il carisma dell’unità, illuminando il mio cammino e ispirandomi a promuovere la fraternità universale. Igino, con la sua levatura culturale e spirituale, mi fece riscoprire il valore del dialogo ecumenico e la bellezza della vocazione laicale. A Taizé, con Frère Roger, scoprii la bellezza della dimensione ecumenica e del dialogo interreligioso, mentre a Torino, con Raoul Follereau imparai che i lebbrosi non sono solo malati da curare, ma fratelli da amare e che la vera guarigione non passa solo attraverso le cure, ma grazie all’amore capace di abbattere ogni emarginazione.

Padre Stefano Messina
Lettera di congedo di padre Stefano Messina.
Fonte: Migrantes di Firenze

Oggi, quel bambino di undici anni che nel 1959 varcò per la prima volta la soglia del seminario di Acireale con il cuore aperto a una chiamata, continua a rispondere a quella voce, con la stessa emozione e lo stesso desiderio di servire. In questo anno Santo, inoltre, la Provvidenza mi offre un dono straordinario: celebrare i cento anni di mia mamma Angela, mentre io ne raggiungo cinquanta di ordinazione sacerdotale.

È per me un momento di gratitudine e memoria, un’occasione per ringraziare l’Amore di Dio che ha guidato ogni passo del mio cammino. Ma la missione non si conclude qui. È un viaggio che si rinnova ogni giorno, in ogni volto incontrato, in ogni gesto d’amore condiviso, in ogni seme di speranza piantato, perché continua a fiorire ogni giorno quel seme, germogliato tra la Timpa e i Faraglioni, da dove tutto è partito: Acireale, il terreno della fede e della vita”.

Padre Stefano Messina 

Giorgia Fichera