Dalla valorizzazione del bene archeologico e monumentale a un nuovo utilizzo degli spazi urbani e verdi. Questo il punto di partenza del workshop di Paesaggi Aperti a Catania, coinvolgendo associazioni ed esperti per una riscoperta del quartiere Antico Corso. L’iniziativa promossa da IN/Arch e IN/Arch Sicilia – illustra una nota stampa – prevede numerose attività fino al prossimo 19 luglio. Data in cui verranno sintetizzati i risultati frutto dei numerosi confronti e passeggiate conoscitive nei luoghi di studio.
Punto di partenza il Bastione degli Infetti, luogo ricco di storia della città e arricchito con tavole curate dagli esperti. «Una mostra che si presenta come un percorso conoscitivo culturale e sociale – commenta la presidente di IN/Arch Sicilia Mariagrazia Leonardi. – Analizzando l’area dal punto di vista geologico, storico, architettonico e archeologico, fino a giungere a delle proposte progettuali.
Quello che risalta agli occhi è la commistione di diversi elementi. Da quelli più profondi e nascosti a quelli caratterizzati dal barocco, fino alle trasformazioni causate dal sisma del 1693 e dalla colata lavica del 1669».
Con lo scopo di una progettazione condivisa, per ricreare il senso di appartenenza per coloro che vivono i luoghi urbani, Paesaggi Aperti punterà l’attenzione sulle aree interstiziali, su quelle ex ospedaliere e sugli spazi aperti. Il lavoro di ricerca vedrà il coinvolgimento degli studi ACA Amore Campione Architettura, Ellenia+Tre Architettura e Luca Bullaro Architettura.
Riqualificare l’Antico Corso rispettandone l’eredità storica
«Un’occasione – come rimarcato dalla presidente della Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori Eleonora Bonanno – per invertire la tendenza a ricostruire com’era e dov’era. Dando spazio all’architettura contemporanea attraverso un percorso partecipativo e multidisciplinare».
Una sfida per raccogliere l’eredità storica di un quartiere centrale della città e riqualificarlo ponendo al centro le esigenze e i diritti delle persone. Come emerso dagli interventi di Giuseppe D’Urso (direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle delle Aci), Salvatore Castro (presidente Comitato Popolare Antico Corso), Francesco Mannino (presidente Officine Culturali) e Giulia Falco (archeologo del Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle delle Aci).
Ulteriore apprezzamento da parte dell’Amministrazione comunale e del vicesindaco Paolo La Greca, «in quanto l’iniziativa si colloca in un momento giusto per avviare un percorso di crescita insieme. Da poco la Giunta ha approvato la delibera per costituire un tavolo tecnico in merito al tema della riqualificazione urbana attraverso un processo “multiattoriale”», commenta. «Recuperare gli usi e i costumi di questi luoghi ha un grande interesse sociale, culturale e anche turistico», aggiunge il direttore della Direzione Urbanistica di Catania Biagio Bisignani.
La mostra sarà esposta fino al prossimo 19 luglio al Bastione degli Infetti (via Torre del Vescovo 3). E’ stata curata da Giuseppe Lanza (Comitato Popolare Antico Corso), Mariagrazia Leonardi (presidente IN/Arch Sicilia), Ignazio Lutri (IN/Arch Sicilia), Daniele Malfitana (direttore Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici UniCT), Antonino Mazzaglia (ricercatore CNR ISPC), Giuseppe Messina (segretario Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania), Lucia Pierro (IN/Arch Sicilia), Silvia Porcaro e Alessia Zimbili.