Palmanova, I misteri della fortezza veneziana attirano studiosi da tutto il mondo a convegno per tre giorni

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“L’architettura militare di Venezia – in terraferma e in Adriatico fra XVI e XVII secolo” è il titolo del convegno internazionale di studi che si è aperto l’ 8 novembre a Palmanova, al teatro “Gustavo Modena” e che mette a confronto, in tre intense giornate di lavoro, una ventina di relatori e studiosi provenienti dalle principali Università europee e degli Stati Uniti sull’architettura militare sviluppata dalla Repubblica veneziana nel periodo rinascimentale e sulle sue influenze nella lettura del territorio sia in terra ferma che lungo l’Adriatico.
Palmanova è una città fortificata di nuova fondazione dall’impianto radiocentrico, concepita nel 1593 da Venezia e conservatosi sino a oggi, con il tessuto dell’abitato, le porte, la sua cinta in forma di poligono regolare con nove baluardi ai vertici e gli aggiornamenti alle fortificazioni aggiunti dagli stessi veneziani e dai francesi nei secoli successivi.
I recenti restauri delle fortificazioni di Palmanova ne hanno messo in luce le straordinarie caratteristiche e hanno reso possibile l’apprezzamento per una visita al suo interno e lungo le mura, anche se la visione dall’alto rimane uno spettacolo unico per le straordinarie caratteristiche della città. Tra le varie opere di valorizzazione eseguite negli ultimi due anni, anche la ricognizione delle gallerie che collegano le varie zone della cinta fortificata e il cui reticolo è stato recentemente mappato dagli speleologi di Trieste.
Fra tutte le città fortificate del suo tempo, Palmanova è unica per la perfezione geometrica del suo disegno stellare difeso grazie alle più aggiornate soluzioni dell’architettura militare di fine Cinquecento. Rimase la più vasta fortezza continentale europea sino al secolo XVIII e fu in grado di presidiare con efficacia i confini orientali della Repubblica veneziana.
  La pianta radiocentrica di Palmanova, in origine Palma, è erede della lunga elaborazione sul tema della città ideale del Rinascimento dalla Sforzinda di Filarete in poi e coniuga, per volontà espressa dei suoi fondatori, le esigenze della difesa, quelle della vita civile e della rappresentazione della cultura e delle capacità organizzative e tecniche maturate dalla repubblica veneziana, in un tempo nel quale l’impiego dei cannoni e il massiccio incremento del numero dei soldati negli eserciti richiese di applicare, con i massimi rigore tecnico, impegno umano ed economico, le nuove soluzioni del fronte bastionato.
Emblema delle capacità organizzative e militari di Venezia ed esempio ammirato e famoso già al suo tempo, Palmanova è stata ripetutamente esaminata e trattata dalla storiografia sulla città e sull’architettura militare, ma si rende ora necessario riflettere sul tema in un più ampio e aggiornato quadro storico.
Il convegno, sollecitato a questo scopo dal comune di Palmanova che lo ha affidato alla cura scientifica del Dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’architettura dell’Università “Sapienza” di Roma, si divide in tre sezioni. La prima dedicata alle strategie e alle soluzioni che generano la realizzazione di città e piazzeforti fortificate nel contesto degli stati europei e italiani della seconda metà del Cinquecento, con i quali Venezia si confronta direttamente. La seconda alle difese veneziane in terraferma, a partire dalle elaborazioni di Francesco Maria I Della Rovere e dell’architetto Michele Sanmicheli, sino alle ragioni della fondazione e alle soluzioni di disegno urbano e difensivo di Palmanova. La terza alle fortificazioni di città e alle fortezze poste a difesa delle comunicazioni navali veneziane in Adriatico sino all’affaccio sul mar Jonio. Partecipano specialisti di valore internazionale, provenienti da Croazia, Francia, Germania, Inghilterra, Montenegro, Stati Uniti, oltre che da numerosi centri universitari italiani.
Il convegno è concluso da una tavola rotonda che sarà dedicata a discutere dal punto di vista della gestione e valorizzazione dei beni architettonici la partecipazione di Palmanova alla candidatura del Sito transnazionale “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo” presentata all’UNESCO per l’iscrizione nella lista del Patrimonio dell’Umanità e alla quale Palmanova partecipa come città-fortezza (di pianura) insieme alla città fortificata di Bergamo (sul monte), alla fortezza Peschiera (sulle acque del lago di Garda), e alle fortezze di Chioggia, Zara, Sebenico, Cattaro (sul mare Adriatico), vive testimonianze dell’impegnativo e complesso sforzo di Venezia per difendere il suo stato grazie alle competenze, militari e tecniche, dei suoi governanti, provveditori alle fortezze, comandanti militari e architetti.

 

               

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