Paolo VI / Anna Bella: “Io l’ho incontrato”, commosso ricordo personale del nuovo Beato

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Momenti di colloquio, mano nella mano, tra Paolo VI e Anna Bella

Negli anni Settanta per due anni partecipai alla Settimana estiva di teologia del Movimento Laureati Cattolici, oggi MEIC, nei pressi di Roma, con relativa udienza particolare di Paolo VI, in una piccola sala in Vaticano. Incontri d’amicizia, vissuti con profonda emozione e con spirito entusiasta per la fiducia che il Santo Padre riponeva in noi.

Paolo VI con il gruppo dei Laureati Cattolici, dopo l’udienza in Vaticano; alla sua sinistra l'assistente nazionale mons. Emilio Guano
Paolo VI con il gruppo dei Laureati Cattolici, dopo l’udienza in Vaticano; alla sua sinistra l’assistente nazionale mons. Emilio Guano

Alla fine dell’incontro, belle foto di gruppo con Paolo VI al centro e alla sua sinistra l’assistente nazionale, mons. Emilio Guano. La foto particolare, scattata per conto della “Pontificia fotografia Felici”, che mi ritrae mentre Paolo VI teneva la mia mano nella sua e mi rivolgeva con stupore la parola, è per me speciale, in senso assoluto. Non avevo neanche osato sognare questi momenti ed eccomi di fronte alla realtà.

L’attesa dell’udienza, nell’estate 1972, era stata molto intensa, per l’alta responsabilità nel corrispondere alle aspettative del Papa, sensibilizzata alla sua figura, quale continuatore e capo del Concilio Vaticano II, dal fondatore del gruppo di Acireale, prof. Mario Cortellese, e dall’assistente spirituale, prof. don Giuseppe Cristaldi.

Paolo VI, dal 1925 al 1933, era stato assistente nazionale della FUCI, a cui ero appartenuta. Sentivo pertanto Montini come uno di famiglia, ricco di virtù, il sacerdote che in sommo grado aveva condiviso ideali giovanili, in un forte rapporto di reciprocità, avendo a cuore problemi e progetti dei fucini di un tempo storico molto difficile.

L’udienza fu eccezionale per profondità di pensiero e genialità, per il clima soprannaturale; il momento più bello, direi esaltante per me, scattò quando nel mio mondo interiore fui folgorata dallo sguardo intelligente e mistico di Paolo VI, mentre, in fila, mi apprestavo al bacio dell’anello. Fu un momento di felicità, una pietra miliare nella mia vita: mi sembrò d’essere partecipe di un prodigio.

Momenti di colloquio, mano nella mano, tra Paolo VI e Anna Bella
Momenti di colloquio, mano nella mano, tra Paolo VI e Anna Bella

Chiestami la provenienza, il Santo Padre elogiò la diocesi di Acireale. La seconda domanda riguardò la mia professione, docente d’italiano e latino nel liceo classico “Michele Amari” di Giarre, a pochi chilometri dalla mia città. M’intrattenne a colloquio sui valori della testimonianza cristiana a scuola. Il suo sorriso benevolo m’incoraggiava ad essere fedele alla chiamata della SS. Trinità. Baciai il suo anello, convinta che Paolo VI fosse un santo: da lui si effondeva luce e calore.

In seguito, un prete mi parlò della sua grande umanità; in particolare, mi volle raccontare della sua cagnolina, portata con sé, in Vaticano, affidata alle cure di suor Pasqualina, e alla quale dedicava la sera un quarto d’ora. Interessante il fatto che, quasi agonizzante, il Papa volle salutare la graziosa cagnolina con parole misteriose: “Chissà, ci rivedremo nell’al di là.”

Ammiro Paolo VI, autore di memorabili encicliche, quale interprete, in modo perfetto, dello spirito innovativo: dopo mille anni di storia della Chiesa, s’incontrò, nell’Epifania del 1964, con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora, atto di magnanimità e di sublime coraggio, che segna l’inizio del nuovo rapporto tra la Chiesa ortodossa e la cattolica.

                                                                 Anna Bella

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