Papa Francesco / Il cordoglio del vescovo Raspanti e della comunità diocesana acese

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La notizia della morte di Papa Francesco arriva ciondolando tra l’atteso e l’inaspettato, come il pendolo di un orologio a cucù che oscilla nella sua gabbia di legno.

Non che non fossimo consapevoli della sua età o dello stato di salute, ma a saperlo fuori dalle mura dell’ospedale che dal 14 di febbraio lo avevano ospitato c’era quasi venuto da tirare un respiro di sollievo.

Perchè a Papa Francesco c’eravamo affezionati come ad uno di famiglia e si sa, quando qualcuno della nostra famiglia esce dall’ospedale ci sentiamo tutti talmente sollevati da rassicurarci che il pericolo è scampato.

Papa Francesco Agensir
(Foto Agensir)

Neppure la consapevolezza che fosse un uomo di 88 anni in un precario stato di salute ci avrebbe fatto pensare che in una soleggiata mattina della primavera romana se ne sarebbe andato via, nello stesso silenzio che lo aveva avvolto nella Piazza San Pietro in quei terribili giorni della pandemia.

Numerosi gli attestati di stima ed i ricordi che si susseguono in questi giorni e che ci fanno sentire ancora più vicini al Papa tanto amato. Anche il vescovo di Acireale ha consegnato in queste ore il suo personale memorandum, accompagnando i fedeli nella preghiera per Papa Francesco.

Il cordoglio della diocesi di Acireale 

Appresa la notizia della morte di Papa Francesco monsignor Antonino Raspanti, presidente della CESi e vescovo di Acireale, ha provveduto a far diramare una nota stampa nella quale si faceva portavoce dei sentimenti di tristezza di tutta la sua comunità diocesana.

“Con profondo dolore nell’animo, mi unisco al dolore universale per la morte di Papa Francesco.” Ha dichiarato monsignor Raspanti, proseguendo “eletto al soglio pontificio il 13 marzo 2013, Papa Francesco ha guidato con instancabile zelo la Chiesa universale, testimoniando a tutti la gioia del Vangelo.
Autorevole nel suo governo, inflessibile difensore dei fondamentali diritti umani, ha dimostrato cura e attenzione verso il creato, ha strenuamente promosso la pace e la fratellanza tra i popoli, ponendo sempre al centro della sua azione pastorale l’accoglienza degli ultimi, in particolare dei migranti e dei rifugiati.”

Il pensiero del prelato acese è andato poi all’opera evangelizzatrice con cui Francesco ha portato avanti il suo ministero, soffermandosi sull’attività operosa di Papa Bergoglio.

Attraverso le sue parole semplici, le encicliche ed i documenti del suo magistero, ci ha continuamente richiamati a una visione cristocentrica della vita e del mondo, fondata sull’amore, la giustizia e la misericordia”.

Monsignor Raspanti ha infine concluso:Lo affidiamo al Pastore grande delle pecore (Eb 13,20), perché possa ricevere l’incorruttibile corona di gloria (1Pt 5,4).
Maria, Salus Populi Romani, verso la quale ha nutrito una profonda devozione, lo introduca nella compagnia dei santi, nell’attesa della risurrezione”.

Nella nota stampa, inoltre, il vescovo ha invitato la comunità diocesana a riunirsi nella Basilica Cattedrale di Acireale per celebrare l’Eucaristia martedì 22 aprile.

Nella concelebrazione Eucaristica la preghiera per Papa Francesco

In una chiesa gremita di fedeli affranti e desiderosi di essere accanto a Papa Francesco nella preghiera corale, il vescovo Raspanti ha concelebrato la Santa messa in suffraggio dell’anima del Santo Padre.

Presenti, oltre a numerosi sacerdoti della diocesi e ai seminaristi, anche il Cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo.

Con queste parole il vescovo Raspanti ha introdotto i riti iniziali: “siamo nella festa di Pasqua, il grande giorno della risurrezione del Signore. E questa luce, che tutti attrae e che ci porta nella beatitudine eterna, ha preso il nostro Santo Padre, il Papa Francesco, che abbiamo sentito tutti in questi anni sempre continuamente vicino, con la forza dei suoi sentimenti, del suo magistero, della sua presenza, della sua venuta anche nella nostra terra di Sicilia a visitarci, nei tanti pensieri e discorsi che ha rivolto anche a noi, a noi cristiani di quest’isola”.

Ha poi continuato “oggi il nostro ringraziamento al Padre per averci dato il dono di Papa Francesco sale a Lui con tutto il cuore e in Cristo lo affidiamo all’accoglienza nel Regno Eterno, affinché Egli ora possa riposare, godere, pregare per questa Chiesa che ha tanto amato e che noi vogliamo continuare a servire nella pienezza della fedeltà al Collegio Apostolico e a colui che di questo Collegio è il Capo, il successore di Pietro”.

L’omelia del vescovo Raspanti / Papa Francesco e l’offerta della sofferenza per la Chiesa universale

Nel suo ricordo del Santo Padre Francesco il vescovo Raspanti traccia i contorni della sua personalità, ad iniziare dall’offerta della propria malattia per il bene della Chiesa.

“Papa Francesco ha offerto la propria sofferenza, particolarmente acuta nella fase finale della sua vita, a Dio per il bene della Chiesa e dell’intera umanità. Il Signore ha gradito questo sacrificio, accogliendolo in una straordinaria coincidenza: nel giorno di Pasqua, quando il sepolcro si mostra vuoto e la vita trionfa sulla morte.

Siamo stati in qualche modo preparati alla sua dipartita, ma ora sentiamo il vuoto della sua assenza. Eppure, è un vuoto che si riempie della pienezza della sua testimonianza, della ricchezza del suo magistero. Abbiamo ascoltato le sue omelie, letto i suoi documenti, lo abbiamo incontrato. E adesso, come figli, ne sentiamo tutto il peso dell’eredità”.

Ha ancora proseguito il vescovo “Papa Francesco ha saputo attualizzare la Parola di Dio con linguaggi nuovi, incarnandola nelle situazioni più drammatiche dell’umanità: gli immigrati, i carcerati, i popoli lontani e dimenticati. Uomo appassionato, figlio di emigrati, ha vissuto il distacco con il passato aprendosi al nuovo, con semplicità e purezza, per ridare freschezza alla Chiesa, Sposa di Cristo”.

L’omelia del vescovo Raspanti / Il cuore del suo papato

“Essere missionari: questo era il cuore del suo messaggio. La sua vicinanza ci spingeva a uscire, a diventare davvero una Chiesa in uscita, capace di incontrare l’altro là dove vive e soffre”.

Nel secondo passaggio della sua omelia il vescovo di Acireale si è ancora soffermato sulle caratteristiche del papato di Jorge Mario Bergoglio, in particolare sull’aspetto missionario del suo servizio.

“Il Risorto, che celebriamo in questi giorni, si fa riconoscere: è l’iniziativa di Dio che permette all’uomo l’incontro. Noi siamo uniti a Lui sacramentalmente; ma ora Papa Francesco lo contempla faccia a faccia, non più attraverso i segni, ma nella pienezza della verità.

Finalmente può comprendere quel mistero del dolore sull’umanità che tanto lo ha segnato, sul quale ha spesso pianto: gli immigrati inghiottiti dal Mediterraneo, le guerre, le ingiustizie…

Oggi, vive nella vittoria del Bene. Ha parlato con forza della Misericordia, e attraverso gesti semplici ma profondi ha toccato il cuore di tutti, attingendo dal cuore di Cristo e riconducendo tutto alla bellezza della Trinità e alla beatitudine eterna.

Ci ha chiesto prossimità verso le periferie del mondo e dell’anima, e dal cielo continuerà questa sua missione, facendo sentire la sua presenza, soprattutto a chi si sente escluso, scartato, dimenticato”.

Le esequie 

L’ultimo saluto al Papa venuto quasi dalla fine del mondo sarà sabato 26 aprile nel corso della mattinata. Già da mercoledì 23 la salma non sarà più a Santa Marta ma sarà spostata a San Pietro. A differenza dei suoi predecessori Papa Francesco ha scelto un funerale più sobrio. In primis la sua salma non sarà messa in ostensione su un catafalco, ma sarà mostrato ai fedeli all’interno della bara aperta.

La sua volontà, come varie volte anticipato dallo stesso Papa Bergoglio, era quella di essere sepolto “con dignità ma come ogni cristiano“. Pertanto ha anche previsto l’eliminazione della tappa intermedia della camera ardente nel palazzo Apostolico vaticano.

Le regole sulle esequie del Pontefice volute da Papa Francesco sono state raccolte nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvato da Bergoglio il 29 aprile 2024, quasi un anno prima della sua morte.

Il rito funebre si terrà sul sagrato della Basilica vaticana, alla presenza di numerosi leader mondiali tra cui Trump, Macron e Zelensky, saranno celebrati i funerali. A presiederlo il decano del Collegio Cardinalizio, Giovan Battista Re, che nel 2023 officiò i funerali di Papa Ratzinger insieme con Francesco, data l’eccezionalità dell’evento.

Subito dopo i funerali il feretro sarà portato nella basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione, lì dove viene conservata l’effige di Maria Salus Popoli Romani, tanto cara al pontefice argentino.

Chiara Costanzo